>> indietro
Lettera inviata al Segretario Generale della FNS-Cisl, Dr. Ing. Pompeo MANNONE - sulla dirigenza penitenziaria 24/07/2011
Alle colleghe e colleghi dirigenti penitenziari, per loro opportuna conoscenza, attesa l'importanza del tema trattato, trasmetto la lettera inviata al Segretario Generale della FNS-Cisl, Dr. Ing. Pompeo MANNONE, riguardante l'incontro che si terrà presso la funzione pubblica il giorno 28 luglio, ore 16.00, ed afferente l'avvio del tavolo di negoziazione del nostro primo contratto di categoria. Vi terremo informati sugli sviluppi della questione.
Al dr. Ing. Pompeo MANNONE
Segretario Generale della FNS-Cisl
R O M A



Gent.mo dr. Pompeo MANNONE,

ho ricevuto la Tua del 23 luglio con sincero piacere, ritenendo che la proposta rivoltaci mostri come sia sempre opportuno ricercare le ragioni che uniscono, piuttosto che quelle che dividono le OO.SS., in quanto la parcellizzazione delle istanze, di fronte la parte pubblica, indebolisce il perseguimento dell’interesse collettivo, impedendo il conseguimento delle migliori condizioni di lavoro e di trattamento, economico e giuridico, che la categoria degli speciali lavoratori che tuteliamo merita di ricevere.

Cionondimeno, proprio in ragione della reciproca chiarezza e del rispetto che si deve alle posizioni di fondo di ognuna delle parti sindacali, non posso esimermi dal sottolineare come la conclusione del rapporto di affiliazione con la CISL-Fps e la non continuazione dello stesso con la FNS-Cisl, ivi compresa la fusione delle sigle, furono deliberate, attraverso un processo democratico, nel corso del Congresso del SI.DI.PE., tenutosi a Trieste il 26 e 27 febbraio del 2010, dove anche Tu, insieme ad una delegazione della FNS-Cisl, foste invitati.

Conseguentemente il nuovo quadro direttivo del SI.DI.PE. era tenuto a dare attuazione a quanto deliberato dall’organo Congressuale, quale superiore organismo democratico assembleare che, a maggioranza degli aventi diritto al voto partecipanti alla relativa votazione ,espresse la sua volontà in tal senso.

Indagare sulle ragioni di tale decisioni non ci aiuterebbe in questo momento, personalmente credo che proprio il decorrere inutile del tempo, dalla data della legge 154 e del d.lgs. 63/2006 a quello della celebrazione del congresso, abbia avuto un effetto scatenante sull’esigenza di indurre i partecipanti nel preferire che il SI.DI.PE. tornasse ad essere perfettamente autonomo, al fine di perseguire l’obiettivo del contratto e della migliore tutela dei dirigenti penitenziari.

Il resto è la storia che conosciamo, quella di una dirigenza penitenziaria abbandonata a se stessa per quasi sei anni, nonostante l’aggravarsi della situazione carceraria e dell’esecuzione penale in senso lato.

Il sistema penitenziario, infatti, oramai sta toccando livelli di peggioramento complessivo che non si erano mai conosciuti in passato e che rendono sempre più difficile e pregno di maggiori responsabilità deontologiche e di gestione amministrativa, ormai ordinariamente “straordinaria”, il lavoro dei dirigenti penitenziari, nel contempo senza alcun riscontro pattizio di tipo contrattuale oltre che paradossalmente privati di diritti e derubati non in termini teorici, ma effettivi, degli incarichi e dei riconoscimenti ad essi spettanti, in particolare dei posti di funzione presso il DAP, sempre più appannaggio di dirigenti parvenus e/o di magistrati che hanno scelto di abbandonare le aule di giustizia e le procure, proprio nel momento in cui ad essi veniva chiesto un maggiore impegno.

Pertanto il Tuo invito lo ritengo non solo ragionevole, ma dimostrevole di come sia ancora possibile, nonostante si sia costretti a fronteggiarsi con una Politica che sembra guardare dall’altra parte rispetto alla drammaticità in cui versa il sistema penitenziario, riprendere le fila di un discorso se non di un progetto ampio il quale, de iure condendo, non potrà non contenere tutto il personale penitenziario.

Convinti come siamo, in quanto SI.DI.PE., dell’incardinamento della dirigenza penitenziaria (ma in verità degli operatori penitenziari tutti, seguendo anche la logica della Legge Meduri) in un comparto unico e speciale, nel contempo ribadiamo come sia sempre più necessario reinterpretarne i contenuti, al fine del superamento della sicurezza in senso stretto, dovendo necessariamente estendersi anche all’obiettivo del recupero delle persone detenute, proprio al fine di rendere quella sicurezza anche “duratura” e non soltanto circoscritta a quell’intervallo di tempo-vita in cui una persona ristretta è ospite delle carceri italiane.

Quindi, credo, sarebbe preferibile, al momento, non esprimere giudizi di valore su una scelta che l’assemblea congressuale indicò nell’assise di Trieste, anche perché escludo che essa avesse lo scopo di aprire spazi di polemica e di confronto bellicoso verso la CISL-Fps, o FNS-Cisl, ad essa subentrata.

Pertanto, ritenendo tra l’altro che le questioni intersindacali debbano, nel limite del possibile, essere risolte in termini ragionevoli e pacifici, proprio al fine di conseguire il più ampio ottenimento degli interessi e delle opportunità a favore, al momento, dei dirigenti penitenziari, pure allo scopo di contrastare ed interrompere un trend sfavorevole, di sostanziale disinteresse ed indifferenza governativa (che vede l’attuale Governo interessato principalmente al solo totem del “mattone penitenziario” piuttosto che verso la risorsa del personale), assicuro la mia presenza o quella di un componente la segretaria nazionale accanto a colui che rappresenterà la FNS-Cisl, andando a ricomporre quella coesione d’interessi che, per il vero, auspico possa realizzarsi anche in futuro, pure rafforzando la collaborazione con le altre OO.SS., così come è accaduto nel corso della riuscita manifestazione di denuncia alla quale, il 6 luglio scorso, unitariamente, abbiamo dato vita.

Resta, però, inteso che non ci sentiremo vincolati in alcun modo ove il Governo intendesse avviare il confronto con le OO.SS. limitandosi ad affrontare le questioni che attengono gli aspetti giuridico-normativi, senza che contestualmente si affrontino, e risolvano, quelle afferenti gli aspetti economici finora totalmente assenti, così come non rinunceremo a porre in essere le doverose azioni di tutela del SI.DI.PE. nei confronti della parte pubblica e dei soggetti controinteressati, di fronte ad atti e provvedimenti che ci apparissero illegittimi e/o lesivi dei diritti dei lavoratori iscritti alla nostra O.S. e del medesimo sindacato.

Con sincera cordialità e stima,
Segretario Nazionale SI.DI.PE.
Enrico SBRIGLIA

 

 

 

Link utili

rassegna stampa su www.studiocataldi.it