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COMUNICATO STAMPA 13/12/2011
"I DIRETTORI PENITENZIARI DEL SI.DI.PE. MINACCIANO DI RICORRERE AGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI PER DENUNCIARE IL GRAVE STATO IN CUI SI TROVA IL SISTEMA CARCERARIO E CHIEDONO DI ESSERE RICEVUTI DAL MINISTRO"
Si trasmette la lettera allegata, auspicando che dalla stessa, già inviata al Gabinetto del Sig. Ministro della Giustizia, il mondo dell'informazione tragga utili notizie per spiegare la grave situazione nella quale si trovano ad operare i dirigenti degli istituti penitenziari e degli uffici dell'esecuzione penale esterna, che reclamano da ormai troppo tempo un effettivo impegno della politica e delle istituzioni verso il mondo delle carceri, preoccupati come sono che esso possa esplodere determinando conseguenze inimmaginabili e drammatiche.

Il SI.DI.PE., dopo ampio dibattito all'interno della segreteria nazionale e con il conforto della presidenza, è giunto alla conclusione di rompere ogni indugio e di avviare ulteriori iniziative, finalizzate ad interessare pure gli organismi di tutela internazionale affinché, nella individuazione delle responsabilità di coloro con la propria indifferenza o apparente attenzione hanno favorito il peggioramento della situazione carceraria, non si imputino ai direttori penitenziari le responsabilità che ad essi non appartengano, così come non sarebbe giusto considerarli contigui e/o complici di un sistema che ha fatto dell'eccezionalità la regola, della precarietà la costante.

Il SI.DI.PE., nel contempo, vorrebbe pure contribuire ad aiutare il nuovo Ministro, Avv. Prof. SEVERINO, ed il Capo del DAP, Pres.IONTA, a trovare una via d'uscita, ma anche quest'ultimi devono comprendere che non si può chiedere senza dare il dovuto.

Sono ben sei anni che i dirigenti penitenziari aspettano il loro primo contratto di lavoro di diritto pubblico, non vengono fatte assunzioni di nuovi direttori da oltre 3 lustri, il personale penitenziario è stanco, umiliato e demotivato mentre, per il converso, sale fortissima la tensione tra la popolazione detenuta.

Solo grazie al senso di responsabilità di tutti gli operatori penitenziari il sistema riesce ancora a tenere, ma esso ha bisogno di straordinari e tempestivi interventi di manutenzione.

Se l'attenzione i direttori e dirigenti penitenziari non la troveranno dentro i confini nazionali, sono ormai pronti a chiedere le necessarie tutele e chiarire i contorni delle responsabilità in ambito internazionale ed europeo.

Servitori sì, complici no.

Leggi richiesta incontro Sig. Ministro della Giustizia

La Segreteria Nazionale

 

 

 

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