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Comunicato Stampa del 25/08/2012 | 25/08/2012 |
L’ITALIA RINASCE NELLA SCUOLA…E MUORE NELLE CARCERI |
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Per il Governo la rinascita del Paese parte dalla scuola.
Apprendiamo dal Comunicato stampa relativo al Consiglio dei Ministri n.43 del 24.08.2012 che per il comparto Scuola il Governo ha dato il via libera a oltre 22 mila assunzioni nella scuola. Il Miur è stato ad assumere a tempo indeterminato entro il 31 agosto, per l'anno scolastico 2012-2013, dirigenti scolastici, personale docente, personale tecnico-amministrativo e direttori amministrativi. Più precisamente le assunzioni riguardano: 1.213 dirigenti scolastici e 21.112 unità di personale docente ed educativo. Il Miur è stato inoltre autorizzato a trattenere in servizio 134 dirigenti (si ricorda che i trattenimenti in servizio sono da considerare, sotto l’aspetto finanziario, assimilabili a nuove assunzioni). Speriamo, però, che il Paese non muoia nelle carceri. Giusta l’attenzione per il mondo della scuola e per l’educazione dei nostri figli, che sono il futuro del nostro Paese, ma speriamo che non ci si dimentichi delle carceri dove la “rieducazione” del condannato assicura a questo stesso Paese sicurezza, perché rieducare chi ha delinquito attraverso il reinserimento sociale consente l’abbattimento della recidiva. Per intanto nelle carceri si muore: muoiono i detenuti in celle sovraffollate (oltre 66.000 su una capienza di circa 45.000 posti), muoiono gli operatori penitenziari, stremati da condizioni di lavoro difficilissime. Si potrebbe certo obiettare che non c’è correlazione provata tra suicidi penitenziari e sovraffollamento carcerario, ma le drammatiche condizioni di vita e di lavoro nelle carceri non solo non aiutano a superare i problemi personali e familiari ma sicuramente acuiscono il disagio e favoriscono scelte disperate. E se si trovano i danari per oltre 22 mila assunzioni nella scuola di certo si potrebbero trovare quei pochi spiccioli che servono per evitare la follia di una riduzione del personale penitenziario, prevista dal D.L. 95/2012 relativo alla spending review, nonostante che il Governo stesso abbia dichiarato lo stato di emergenza delle carceri: Se ci sono i soldi per assumere 1.213 dirigenti scolastici e per trattenerne in servizio 134 si spera che il Governo vorrà fare qualcosa per evitare che si riduca il già scarno organico dei dirigenti penitenziari, per assicurare che il sistema penitenziario e le nostre carceri possano avere un direttore in pianta stabile, affinché sia garantito l’equilibrio tra sicurezza e trattamento, rispetto dei doveri del detenuto ma anche dei diritti costituzionalmente garantiti. Se dopo 13 anni è possibile un nuovo concorso per circa 12.000 docenti scolastici e se si è potuto dare il via libera a oltre 22.000 assunzioni nella scuola, ci sarà pure qualche spicciolo per assumere qualche dirigente penitenziario, visto che dall’ultimo concorso per direttore penitenziario sono passati non 13 ma 15 anni – era il lontano 1997 –. Allo stato tutti i dirigenti penitenziari sono solo 392, compresi i dirigenti generali, e per effetto dei pensionamenti si stanno progressivamente riducendo sempre più: sono pochi e mal pagati, unico esempio di dirigenti dello Stato senza contratto. Forse potrà evitarsi di ridurre ulteriormente quell’altro personale penitenziario che con i direttori delle carceri e degli uffici di esecuzione penale esterna (u.e.p.e.) collabora, anzitutto educatori e assistenti sociali, ai quali è demandato non il difficile compito di educare ma quello difficilissimo di rieducare, nelle carceri e negli u.e.p.e., chi ha violato le regole sociali e che, dopo aver commesso degli errori che sta pagando, intende riabilitarsi. Forse è possibile trovare qualche spicciolo per impedire che le carceri e gli u.e.p.e. siano privati di quel personale amministrativo, già ridotto all’osso, che deve mandare avanti quella macchina amministrativa complessa che è il carcere. Forse può farsi qualcosa per evitare il blocco del turn over previsto dal provvedimento di spending review per una polizia penitenziaria che è già carente di 7000 unità. Il Si.Di.Pe. confida, allora, che il Governo, con la sua competenza tecnica, sappia eliminare gli sprechi per dare risorse dove servono e, quindi, che sappia guardare anche alle nostre carceri, per ridare dignità a chi deve scontare una pena ed a chi quella pena deve fare scontare, "Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri – scriveva Voltaire – poiché è da essi che si misura il grado di civiltà di una nazione". E oggi le carceri italiane sono spesso, purtroppo, disumane, tanto per chi in esse si trova per un provvedimento giudiziario quanto per chi vi lavora. |
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Il Segretario Nazionale | |
Rosario Tortorella | |