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Comunicato dell’8 settembre 2012 Prot. n.46/T/2012 08/09/2012
Emergenza nell’emergenza penitenziaria - gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna.
Al Signor Ministro della Giustizia,
Prof.ssa Avv. Paola Severino
ROMA

e per conoscenza:
Al Signor Capo del Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria,
Presidente Dott. Giovanni Tamburino
ROMA

Al Signor Vice Capo Vicario del
 Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria,
Dott.ssa Simonetta Matone
ROMA

Al Signor Vice Capo del Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria,
Dott. Luigi Pagano
ROMA

Al Signor Direttore Generale del Personale e
della Formazione,
Dott. Riccardo Turrini Vita
ROMA


Signor Ministro della Giustizia,
alle parole del Presidente del Consiglio Monti che lo scorso 17 agosto ha annunciato “numerose novità legislative” volte “a dare risposta anche all’emergenza carceraria”1 , sono seguite le Sue dichiarazioni del 31 agosto2 con le quali è tornata a parlare di nuove misure alternative al carcere ed è noto che in questo mese è prevista la calendarizzazione in aula del DDL 5019 che prevede, tra l’altro, l’istituzione dell’istituto della “messa alla prova” nell‘ambito del processo penale per adulti e la “reclusione domiciliare”, come alternativa al carcere Questa organizzazione sindacale (che raccoglie il maggior numero dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico ex D.Lgs. n.63/2006)3, si è già espressa al riguardo sostenendo che l’esecuzione penale esterna dovrebbe costituire il volano per ridare respiro alle carceri, oramai oltremodo sature, in un’ottica di diritto penale minimo nel quale la pena detentiva dovrebbe essere l’extrema ratio.
E’ per questa ragione che, facendo seguito a quanto già rappresentato più volte sulla grave situazione emergenziale in cui versa l’Amministrazione Penitenziaria e, quindi, il sistema penitenziario del Paese4, questa Segreteria Nazionale ritiene necessario richiamare nuovamente l’attenzione sulla necessità che sia profuso ogni sforzo per indirizzare l’attività del Governo e del Parlamento al potenziamento del ruolo dell’Esecuzione Penale Esterna quale luogo privilegiato di attuazione delle misure alternative alla detenzione per superare le attuali e gravissime criticità del sovraffollamento carcerario.
Purtroppo, però, nell’ambito del sistema penitenziario e in seno all’emergenza carceri esiste un’altra emergenza, quella degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) poiché questi sono, oramai, sempre più indirizzati ad una chiusura di fatto, atteso che i dirigenti penitenziari di diritto pubblico ex D.Lgs. n.63/20065 del ruolo di esecuzione penale esterna, ai quali è per legge demandato il delicato compito di dirigere tali uffici e di gestire le misure alternative alla detenzione, sono talmente pochi che tra breve, con i previsti collocamenti a riposo, spariranno quasi del tutto, così come i funzionari della professionalità di servizio sociale saranno talmente numericamente ridotti da rendere impossibile un’effettiva azione sul territorio.
Rebus sic stantibus, se non saranno adottati urgenti provvedimenti sul fronte dell’incremento del personale necessario, qualunque riforma rivolta ad ampliare le alternative al carcere non avrà gambe per camminare.
Quella degli uffici di esecuzione penale esterna è davvero un’emergenza nell’emergenza che si scarica pesantemente sul carcere; infatti, sebbene non immediatamente visibile come il fenomeno del sovraffollamento carcerario essa è altrettanto grave perché riducendo la possibilità di un reale utilizzo delle misure alternative per far fronte all’esecuzione delle pene per i delitti di minore allarme sociale non solo determina minori possibilità di reinserimento sociale, amplificando le possibilità di recidiva, ma acuisce lo stato di sovraffollamento carcerario.
Per questa ragione è indispensabile che, come già rappresentato, il Ministro della Giustizia alla luce dell’approvazione da parte della Camera dei Deputati dell’Ordine del giorno n.9/5389/536, intervenga presso il Signor Presidente del Consiglio e i titolari degli altri Dicasteri competenti, affinché il Governo sia sensibilizzato adeguatamente sulla necessità che ad esso dia la più adesione mantenendo l’impegno assunto in Parlamento perché il personale penitenziario sia escluso dalla riduzione degli organici prevista dall’art. 2, comma 1,7 del D.L. 6 luglio 2012 n. 95 sulla spending review8.
D’altra parte, come già detto in altre occasioni, l’esecuzione delle pene detentive, anche con le modalità dell’esecuzione penale esterna attraverso le misure alternative alla detenzione, non è altra cosa rispetto al “sistema sicurezza” né, tantomeno, rispetto al “sistema giustizia”. Difatti per quanto attiene l’aspetto “sicurezza” è di tutta evidenza che la sicurezza penitenziaria è sicurezza dentro e fuori dal carcere, pure attraverso la gestione delle misure alternative, e che la rieducazione del condannato è sicurezza per i cittadini poiché la restituzione alla società di uomini migliori e capaci di reinserirsi dopo l’espiazione della pena (detentiva o alternativa alla detenzione) consente una effettiva riduzione della recidiva; per quanto riguarda l’aspetto “giustizia”, invece, non può esservi dubbio alcuno che gli U.E.P.E., al pari del carcere, fanno parte del “sistema giustizia” nel suo complesso, perché la giustizia non si ferma nelle aule dei tribunali e delle corti ma si attua tanto all’interno dei penitenziari quanto fuori attraverso gli uffici di esecuzione penale esterna, e anzi la pena detentiva dovrebbe essere l’extrema ratio. Purtroppo, già adesso esistono numerose realtà territoriali regionali o interregionali nelle quali un solo dirigente penitenziario del ruolo di esecuzione penale esterna ricopre contemporaneamente la direzione di più U.E.P.E. fino al arrivare al caso estremo nel territorio di competenza del Provveditorato interregionale del cosiddetto Triveneto (Veneto,Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia) dove a brevissimo termine, per effetto dei pensionamenti, resterà in servizio un unico dirigente per tutti i sette Uffici di Esecuzione Penale Esterna.
Non vi è dubbio, quindi, che si rende necessario che gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna siano messi in condizione di garantire gli interventi necessari a combattere il fenomeno della dissocialità e prevenire la recidiva nella commissione di reati: ciò è possibile solo implementando da subito anzitutto il ruolo dei dirigenti penitenziari del ruolo di esecuzione penale esterna e quello dei funzionari della professionalità di servizio sociale oltre, poi, quello del personale amministrativo e contabile indispensabile al loro funzionamento.
Questa Segreteria auspica che nelle competenti sedi istituzionali si voglia ripensare e migliorare l’ambito lavorativo dell’Esecuzione Penale Esterna quale altra faccia del sistema penitenziario, in un’ottica di sostenibilità sociale della politica penale ispirata al diritto penale minimo, che ricorre al carcere come extrema ratio, pur nel rispetto del principio di certezza giuridica della pena.

Cordialmente

Il Segretario Nazionale
Rosario Tortorella

IL PRESIDENTE
Dott.ssa Cinzia CALANDRINO

IL SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO
Dott. Francesco D’ANSELMO

Il SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO
Dott. Nicola PETRUZZELLI



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1 ANSA) - Giustizia:Monti,ci saranno molte novità ROMA, 17 AGO:http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_topnews/08/17 Giustizia-Montisaranno- molte-novita-_7351054.html
2 venerdì 31 agosto 2012 Severino: nuove misure contro il sovraffollamento:http://www.giustizia.it/giustizia /it/mg_6_9.wp;jsessionid=E961F19CA087BC5E98D1D2B55881099B.ajpAL02?contentId=NOL767137
3 D.Lgs. 15 febbraio 2006, n. 63 “Ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria, a norma della L. 27 luglio 2005, n. 154”
4 Da ultimo con la nota Prot. n.38/T/2012 del 21 agosto 2012 , avente ad oggetto <
organico personale penitenziario Dirigente e del Comparto Ministeri. - APPROVAZIONE ORDINE DEL GIORNO N.9/5389/53 CAMERA DEI
DEPUTATI ->>
5 D.Lgs. 15 febbraio 2006, n. 63 “Ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria, a norma della L. 27 luglio 2005, n. 154”
6 L’allegato Ordine del giorno n.9/5389/53 (approvato nella stessa seduta del 07.08.2012 e che riguarda anche il restante personale dell’Amministrazione Penitenziaria), << impegna il Governo: a valutare l'opportunità, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, di interpretare l'articolo 2, comma 7, del D.L 95/2012 nel senso che sono esclusi dalla riduzione di cui al comma 1 del medesimo articolo anche i dirigenti penitenziari ed in tal senso interpretare la deroga prevista per le forze di polizia già dal precedente provvedimento normativo (articolo 1, comma 5, decreto-legge n. 138/2011) che non ha trovato attuazione>>. Inoltre l’Ordine del giorno n.9/5389/53 impegna
il Governo anche <>.
7 Art. 2 - Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni- comma 1, D.L. 6 luglio 2012, n. 95: << 1. Gli uffici dirigenziali e le dotazioni organiche delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, delle agenzie, degli enti pubblici non economici, degli enti di ricerca, nonché degli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni ed
integrazioni sono ridotti, con le modalità. previste dal comma 5, nella seguente misura:a) gli uffici dirigenziali, di livello generale e di livello non generale e le relative dotazioni organiche, in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 per cento di quelli esistenti; b) le dotazioni organiche del personale non dirigenziale, apportando un'ulteriore riduzione non inferiore al 10 per cento della spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico di tale personale. Per gli enti di ricerca la riduzione di cui alla presente lettera si riferisce alle dotazioni organiche del personale non dirigenziale, esclusi i ricercatori ed i tecnologi. (…)>>
8 D.L. 6 luglio 2012, n. 95 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”, pubblicato nella Gazz. Uff. 6 luglio 2012, n. 156, S.O.


 

 

 

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