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Prot. n.98/T/2013.19 del 23 febbraio 2013 COMUNICATO STAMPA Stato di agitazione del personale della carriera dirigenziale penitenziaria dichiarato unitariamente dalle OO.SS. di categoria in data 11.02.2013. | 23/02/2013 |
ANCHE IL GARANTE DEI DIRITTI DELLE PERSONE DETENUTE DELLA SICILIA. SENATORE SALVO FLERES, CONTRO LA RIDUZIONE E LA PENALIZZAZIONE DEI DIRIGENTI PENITENZIARI |
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Oramai molti Garanti dei diritti dei detenuti hanno espresso la loro assoluta contrarietà a provvedimenti che abbiano ad oggetto la riduzione del numero dei dirigenti penitenziari a fronte della grave emergenza penitenziaria, del loro già ridotto organico (che costringe i direttori a dirigere contemporaneamente più istituti), e dell’importanza del ruolo del direttore, figura di coordinamento e di contemperamento delle esigenze di sicurezza e di quelle trattamentali. Infatti, anche il Senatore Salvo Fleres, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Siciliana oltre che membro della 5ª Commissione permanente-Bilancio nonché componente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, che ringraziamo per l’attenzione e la sensibilità, con il comunicato stampa odierno (che si allega), pervenuto a questa Segreteria Nazionale, ha dichiarato che << La soluzione della crisi del sistema penitenziario non si risolve riducendo il numero dei dirigenti, soluzione che, inevitabilmente, si ripercuote sull’intero settore attraverso la riduzione del numero delle carceri o approssimative ed alquanto incerte ipotesi di rimodulazione degli eventuali istituti esistenti, Anzi, azioni di questo genere rischierebbero di compromettere definitivamente l’intero settore. Oggi, non ci si può più limitare ad adottare un singolo provvedimento, invece, è necessario affrontare, nella sua interezza, tutte le problematiche del “pianeta carcere” sia a tutela dei reclusi, sia a tutela dei soggetti che svolgono la loro attività all’interno degli istituti penitenziari. Pertanto - concordo pienamente con il personale della carriera dirigenziale penitenziaria, che ha proclamato lo stato di agitazione già dall’11.02.2013 e ad essi va la mia piena solidarietà ed ampia disponibilità rispetto alla formulazione di eventuali proposte migliorative da sottoporre al vaglio del prossimo governo.>> Il Senatore Fleres era intervenuto sulla questione in occasione dell’approvazione del provvedimento di spending review di cui al D.L. 95/2012 affinchè non fosse applicato ai dirigenti penitenziari facendo essi parte del sistema della sicurezza del Paese e per questo aveva presentato nella seduta del Senato n.818 del 23.10.2012 l’interrogazione parlamentare a risposta scritta n.4-08483, rivolta ai Ministri della Giustizia, per la Pubblica Amm.ne e la Semplificazione e dell'Economia e delle Finanze. Questa Organizzazione Sindacale ha già denunciato oltre che la gravità anche l’incoerenza di una tale eventuale riduzione dei dirigenti penitenziari, perché il sistema penitenziario è al collasso e la dirigenza penitenziaria di diritto pubblico è oggi più che mai essenziale perché ad essa è demandato per legge il compito di assicurare il governo del sistema dell’esecuzione penale, nelle sue diverse articolazioni, centrali e periferiche (D.A.P., PRAP, Istituti penitenziari, UEPE, ecc.), articolazioni che appartengono, tutte, alla complessiva struttura di sicurezza dello Stato, poiché sono espressione operativa dell'esecuzione della pena e delle misure cautelari detentive e contribuiscono, ad assicurare l'ordine e la sicurezza pubblica. Un’eventuale spending review della dirigenza penitenziaria, a qualunque livello, anche Dipartimentale o Provveditoriale, è incomprensibile, tanto sotto il profilo logico quanto giuridico, visto che era oramai pacifico, anche per il diretto impegno del Ministro della Giustizia e per l’assicurazione che il Capo del Dipartimento ha dato in diverse pubbliche occasioni, che nei confronti della dirigenza penitenziaria (e addirittura dell’intera Amministrazione Penitenziaria) non si applicasse la riduzione degli organici prevista dalla spending review (art.2 D.L. 95/2012 convertito in L.135/2012) in virtù dell’esclusione (prevista dal comma 7 del precitato art.2 D.L. n.95/2012) per << le strutture e il personale del comparto sicurezza (…)>> . Non vi è dubbio, infatti, che il personale della carriera dirigenziale penitenziaria rientra pienamente nell’ambito del Comparto Sicurezza poiché anche funzioni di garanzia dell’ordine e della sicurezza discendono ad esso dall’Ordinamento penitenziario, dal Regolamento di Esecuzione e dal D.Lgs. 15 febbraio 2006 n. 63 e, difatti, esso è da sempre destinatario del trattamento giuridico ed economico del personale dirigente della Polizia di Stato. E’ assurdo che in questo scorcio di fine governo, a fronte della grave emergenza penitenziaria, si pensi di ridurre proprio poco più di 300 dirigenti penitenziari, pur prevedendosi l’apertura di nuovi istituti penitenziari: come se applicando la spending review per ridurre del 20% poco più di 300 dirigenti penitenziari si potessero risolvere i problemi della finanza pubblica! E’ poi assurdo e incomprensibile che non solo non sono state reperite le risorse per il loro primo contratto di lavoro (sono gli unici lavoratori dello Stato privi di contratto) ma si vorrebbe, per giunta, mutilare la loro già scarsa retribuzione sottraendogli la equiparazione alle forze di polizia, così da negargli il diritto alla corresponsione delle indennità una tantum previste per il comparto sicurezza, nonostante sia visibile agli occhi di tutti (in primo luogo a quanti appartengano alle organizzazioni criminali!) che i dirigenti penitenziari con le loro funzioni concorrono al sistema della sicurezza dello Stato e che l’art. 79, parte V, Direzione del Personale, delle “Regole Penitenziarie Europee”, riferito proprio al personale penitenziario, precisi che i benefici e le condizioni di impiego di esso devono riflettere l’esatta natura del lavoro come parte delle forze dell’ordine. Alle porte delle elezioni auspichiamo che il Governo ed il Ministro della Giustizia Paola Severino compiano un gesto di ragionevolezza e di giustizia, affinché il loro mandato non si concluda con un atto di ingiustificata mortificazione nei confronti di coloro che, anche sopportando rischi personali, operano per mantenere alto il senso di legalità del sistema penitenziario in questo difficile momento di emergenza, essendo i dirigenti degli istituti penitenziari e degli uffici di esecuzione penale esterna i primi garanti dei principi di legge nell’esecuzione penale . Il Segretario Nazionale Rosario Tortorella IL PRESIDENTE Dott.ssa Cinzia CALANDRINO IL SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO Dott. Francesco D’ANSELMO Il SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO Dott. Nicola PETRUZZELLI |
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