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COMUNICATO STAMPA - Prot. n.102/T/2013.23 del 25 febbraio 2013 | 25/02/2013 |
Lettera del Si.Di.Pe. al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti: Stato di agitazione del personale della carriera dirigenziale penitenziaria dichiarato unitariamente dalle OO.SS. di categoria in data 11.02.2013 contro la riduzione dei dirigenti penitenziari e la loro esclusione dal comparto sicurezza. |
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Si trasmette la nota Prot. n.101/T/2013.22 del 25 febbraio 2013 inviata da questa Segreteria Nazionale del Si.Di.Pe. al Signor Presidente del Consiglio dei Ministri in merito alle gravi questioni che hanno determinato la dichiarazione dello stato di agitazione da parte di tutte le Organizzazioni Sindacali del personale della carriera dirigenziale penitenziaria (SIDIPE, DPS, FPCGIL, CISL-FNS, Codipe UIL, Confsal- UNSA), con il comunicato congiunto dell’11.02.2013, allorquando hanno appreso dell’intenzione di una riduzione dei dirigenti penitenziari e di una loro esclusione dal comparto sicurezza, con la privazione dell’indennità una tantum prevista per tale comparto nel quale da anni indiscussamente è inserita. Con la predetta nota il Si.Di.Pe. ha chiesto al Presidente del Consiglio Mario Monti un intervento finale e risolutivo delle questioni attraverso un atto di ordinaria ragionevolezza, perché non sia compiuto dal Presidente e dal Suo Governo, in questo scorcio di fine mandato, un atto di ingiustizia nei confronti dei dirigenti penitenziari, servitori dello Stato che non si sono mai risparmiati e che, nonostante difficoltà insuperabili hanno sempre responsabilmente assicurato il governo del vacillante sistema penitenziario. E’ stato chiesto un atto di ordinaria ragionevolezza così come atti di ordinaria ragionevolezza, voluti fortemente dal Ministro della Giustizia Paola Severino, sono stati l’emanazione del D.L. 22.12.2011 n. 211, (c.d. decreto “svuota carceri” o “salva carceri”, convertito con L. 17.02.2012 n.9), che ha previsto l’aumento da 12 a 18 mesi dell’esecuzione delle pene detentive presso il domicilio e la modifica dell’art.558 c.p.p.,che ha ridotto il fenomeno delle “porte girevoli” (oggi la custodia in carcere dell’arrestato può essere disposta in casi eccezionali e solo con decreto motivato del pubblico ministero), nonché, per altri versi, il decreto che ha destinato 16 milioni di euro al lavoro carcerario attraverso il rifinanziamento della legge Smuraglia e l‘altro decreto dell’appena trascorso 7 febbraio che consentirà il riparto di 173,8 milioni di euro per la realizzazione dei nuovi centri che segneranno il definitivo abbandono di quell’orrore che sono gli ospedali psichiatrici giudiziari. Il Segretario Nazionale Rosario Tortorella PRESIDENTE Dott.ssa Cinzia CALANDRINO SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO Dott. Francesco D’ANSELMO SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO Dott. Nicola PETRUZZELLI ____________________________________________________ Prot. n.101/T/2013.22 del 25 febbraio 2013 Al Signor Presidente del Consiglio Prof. Mario Monti ROMA e per conoscenza: Al Signor Ministro della Giustizia, Prof.ssa Avv. Paola Severino ROMA Al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Presidente Filippo Patroni Griffi ROMA Al Ministro dell'Economia Prof. Vittorio Umberto Grilli ROMA Al Signor Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Presidente Dott. Giovanni Tamburino ROMA Al Signor Vice Capo Vicario del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott.ssa Simonetta Matone ROMA Al Signor Vice Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. Luigi Pagano ROMA Oggetto: Stato di agitazione del personale della carriera dirigenziale penitenziaria dichiarato unitariamente dalle OO.SS. di categoria in data 11.02.2013 contro: - la riduzione dei dirigenti penitenziari - e la loro esclusione dal comparto sicurezza. Signor Presidente del Consiglio, come Le è noto tutte le Organizzazioni Sindacali del personale della carriera dirigenziale penitenziaria (SIDIPE, DPS, FPCGIL, CISL-FNS, Codipe UIL, Confsal-UNSA), con un comunicato congiunto, in data 11.02.2013 hanno dichiarato lo stato di agitazione avendo appreso che sarebbe in procinto di essere varato un D.P.C.M. relativo alla riorganizzazione del Ministero della Giustizia che prevede la riduzione di dirigenti penitenziari, anche generali, nonostante essi siano esclusi dalla spending review e che l’IGOP e la Ragioneria Generale dello Stato avrebbero ritenuto illegittimamente e irragionevolmente di escludere la dirigenza penitenziaria dalla corresponsione dell’indennità una tantum prevista per il comparto sicurezza al quale pure essa appartiene, con indiscussa applicazione delle relative norme sin dalla istituzione della Carriera dirigenziale penitenziaria avvenuta con la L.154/2005 ed il successivo D.lgs. n.63/2006 in attesa della stipula del primo contratto di lavoro della categoria di cui è dopo anni ingiustamente ancora priva. Mentre sono in corso le operazioni di voto ed a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo intendiamo fare un ulteriore tentativo per dare la possibilità al Suo Governo di non compiere un atto irresponsabile e ingiusto nei confronti dei dirigenti penitenziari e del sistema penitenziario, già fortemente provato dalla grave emergenza che lo affligge. Questa Organizzazione Sindacale ha già denunciato oltre che la gravità anche l’incoerenza di una tale eventuale riduzione dei dirigenti penitenziari, perché il sistema penitenziario è al collasso e la dirigenza penitenziaria di diritto pubblico è oggi più che mai essenziale perché ad essa è demandato per legge il compito di assicurare il governo del sistema dell’esecuzione penale, nelle sue diverse articolazioni, centrali e periferiche (D.A.P., PRAP, Istituti penitenziari, UEPE, ecc.), articolazioni che appartengono, tutte, alla complessiva struttura di sicurezza dello Stato, poiché sono espressione operativa dell'esecuzione della pena e delle misure cautelari detentive e contribuiscono, ad assicurare l'ordine e la sicurezza pubblica. Un’eventuale spending review della dirigenza penitenziaria, a qualunque livello, anche Dipartimentale o Provveditoriale, è difatti incomprensibile, tanto sotto il profilo logico quanto giuridico, visto che era oramai pacifico, anche per il diretto impegno del Ministro della Giustizia e per l’assicurazione che il Capo del Dipartimento ha dato in diverse pubbliche occasioni, che nei confronti della dirigenza penitenziaria (e addirittura dell’intera Amministrazione Penitenziaria) non si applicasse la riduzione degli organici prevista dalla spending review (art.2 D.L. 95/2012 convertito in L.135/2012) in virtù dell’esclusione (prevista dal comma 7 del precitato art.2 D.L. n.95/2012) per << le strutture e il personale del comparto sicurezza (…)>> . Non vi è dubbio, infatti, che il personale della carriera dirigenziale penitenziaria rientra pienamente nell’ambito del Comparto Sicurezza poiché anche funzioni di garanzia dell’ordine e della sicurezza discendono ad esso dall’Ordinamento penitenziario, dal Regolamento di Esecuzione e dal D.Lgs. 15 febbraio 2006 n. 63 e, difatti, esso è da sempre destinatario del trattamento giuridico ed economico del personale dirigente della Polizia di Stato. E’ assurdo che in questo scorcio di fine governo, a fronte della grave emergenza penitenziaria, si pensi di ridurre proprio poco più di 300 dirigenti penitenziari, pur prevedendosi l’apertura di nuovi istituti penitenziari: come se applicando la spending review per ridurre del 20% poco più di 300 dirigenti penitenziari si potessero risolvere i problemi della finanza pubblica! E’ poi assurdo e incomprensibile che non solo non sono state reperite le risorse per il loro primo contratto di lavoro (sono gli unici lavoratori dello Stato privi di contratto) ma si vorrebbe, per giunta, mutilare la loro già scarsa retribuzione sottraendogli la equiparazione alle forze di polizia, così da negargli il diritto alla corresponsione delle indennità una tantum previste per il comparto sicurezza, nonostante sia visibile agli occhi di tutti (in primo luogo a quanti appartengano alle organizzazioni criminali!) che i dirigenti penitenziari con le loro funzioni concorrono al sistema della sicurezza dello Stato e che l’art. 79, parte V, Direzione del Personale, delle “Regole Penitenziarie Europee”, riferito proprio al personale penitenziario, precisi che i benefici e le condizioni di impiego di esso devono riflettere l’esatta natura del lavoro come parte delle forze dell’ordine. Signor Presidente del Consiglio, mentre si stanno già chiudendo i seggi elettorali vogliamo ancora sperare che il Suo Governo, ed i Suoi Ministri competenti, compia un gesto di ragionevolezza e di giustizia, affinché il suo mandato non si concluda con un atto di ingiustificata mortificazione nei confronti di coloro che, anche sopportando rischi personali, operano per mantenere alto il senso di legalità del sistema penitenziario in questo difficile momento di emergenza, essendo i dirigenti degli istituti penitenziari e degli uffici di esecuzione penale esterna i primi garanti dei principi di legge nell’esecuzione penale . Sappiamo che il Ministro della Giustizia Paola Severino ha rappresentato nelle sedi competenti, con fermezza e convinzione, la propria posizione al riguardo, esprimendosi nel senso della necessità che il personale della carriera dirigenziale non sia ridotto e sia mantenuto nel comparto sicurezza sino alla definizione del primo contratto di categoria. Chiediamo,allora, a Lei, Signor Presidente, un intervento finale e risolutivo delle questioni attraverso un atto di ordinaria ragionevolezza, perché non si possa dire che Lei e il Suo Governo hanno compiuto un atto di ingiustizia nei confronti dei dirigenti penitenziari, servitori dello Stato che non si sono mai risparmiati e che, nonostante difficoltà insuperabili hanno sempre responsabilmente assicurato il governo del vacillante sistema penitenziario. Confidando nell’attenzione che vorrà certo porre alla delicatissima ed urgente questione, restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro . Cordialmente Il Segretario Nazionale Rosario Tortorella PRESIDENTE Dott.ssa Cinzia CALANDRINO SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO Dott. Francesco D’ANSELMO SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO Dott. Nicola PETRUZZELLI |
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