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COMUNICATO STAMPA Prot. n.154/T/2013.75 del 28 settembre 2013 | 28/09/2013 |
SiDiPe: dopo le parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, in visita al carcere di Napoli
Poggioreale, il Parlamento rifletta su imperativo giuridico e morale di dare risposte a emergenza
carceri. |
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La visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al carcere di Napoli Poggioreale è di per sé segno della gravità del problema carceri in Italia e, anche in questo momento politico ed economico difficilissimo per il nostro Paese, della necessità e dell’urgenza di una sua soluzione.
Il Si.Di.Pe. concorda e ringrazia il Presidente Napolitano per l’attenzione che ha rivolto, ancora una volta, alle carceri ed auspica che il Parlamento rifletta adesso con la necessaria attenzione sull’imperativo giuridico e morale di dare risposte adeguate ed urgenti all’emergenza penitenziaria, ancor prima del messaggio al Parlamento che il Capo dello Stato ha annunciato. Il Presidente Napolitano, durante il suo intervento in occasione della visita nel carcere di Poggioreale ha detto, infatti, “Pongo al Parlamento un interrogativo: se esso ritenga di prendere in considerazione la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia'', ed ha aggiunto, "Non è solo la sentenza di Strasburgo che noi dobbiamo rispettare; noi dobbiamo rispettare un imperativo umano e morale", ricevendo non solo gli applausi dei detenuti ma anche del personale penitenziario. In vero i dirigenti penitenziari e gli altri operatori penitenziari, che ben conoscono la realtà dell’esecuzione penale, perché vivono direttamente le gravi difficoltà del momento, avvertono un profondo senso di disagio poiché, nonostante il loro straordinario impegno, la situazione di grave sovraffollamento non consente loro di assicurare alle persone detenute il pieno rispetto di quei diritti che pure la Costituzione, le norme internazionali e l’ordinamento penitenziario prevedono. D’altra parte tutti gli operatori penitenziari soffrono anch’essi degli effetti di questa difficile situazione in quanto le condizioni lavorative che devono quotidianamente affrontare sono pesantissime e finiscono con l’incidere profondamente e negativamente anche sulla loro vita personale. Per questo il Si.Di.Pe., già da tempo si è espresso favorevolmente nei riguardi di eventuali provvedimenti di clemenza, ritenendo che essi sarebbero oggi non una resa dello Stato ma un segno di responsabilità e di civiltà. Occorre, però, che essi siano utilizzati prodromicamente e funzionalmente a interventi strutturali e sistemici: a partire dal codice penale, per passare a quello di procedura penale, alle leggi sull’immigrazione e sulla tossicodipendenza, per finire all’ordinamento penitenziario con il potenziamento delle misure alternative. Come anche il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha detto, nell'intervento che ha inviato al Congresso straordinario dell'Unione delle camere penali, il sovraffollamento nelle carceri "è una vera e propria emergenza civile, oltre che etica e morale, che ci allontana sempre più inesorabilmente dalla funzione di rieducazione che il costituente ha assegnato alla pena" ed il sistema penitenziario rappresenta "un prioritario terreno di intervento" anche in relazione ad un “eccesso di carcerazione che ancora connota la nostra legislazione", dovendosi, invece, "sempre più far leva sulle misure alternative alla detenzione carceraria, ovviamente senza trascurare le altrettanto forti esigenze di sicurezza" oltre che dare priorità alla questione della "durata irragionevole dei processi". Il Si.Di.Pe., peraltro, ritiene che in un momento di così grave crisi economica, un provvedimento di amnistia, che estinguendo il reato estingue anche gli eventuali procedimenti penali non conclusi, avrebbe un positivo effetto di forte riduzione della spesa, non solo quella delle carceri ma anche degli uffici giudiziari. Gli stessi effetti non avrebbe, da solo, un indulto che, come noto, incide solo sulla pena e non fa venire meno i processi in corso, ed è anche per questo che indulto e amnistia necessiterebbero di essere combinati. Il Si.Di.Pe. ritiene, comunque, che il risparmio di spesa che discenderebbe da provvedimenti di clemenza dovrebbe essere destinato anche al miglioramento del sistema penitenziario, per renderlo coerente con i principi internazionali e costituzionali di rispetto della dignità della persona detenuta e della finalità rieducativa della pena. In tal senso occorre implementare le risorse di personale, a partire dai dirigenti penitenziari il cui numero si è ridotto progressivamente, giacché essi assicurano il governo degli istituti e degli uffici di esecuzione penale esterna, garanti del contemperamento delle esigenze di sicurezza e di quelle trattamentali. Non può non essere considerato, infatti, che il carcere costituisce realtà complessa e occorrerebbe, semmai, implementare il personale tutto, quello che serve per il funzionamento amministrativo della macchina penitenziaria (contabili, amministrativi ecc.) non meno di quello che deve occuparsi della gestione del detenuto sotto il profilo pedagogico e del reinserimento sociale. Grazie al Presidente Napolitano, confidando che prevalga, in questo difficilissimo momento politico, il senso di responsabilità di tutti. Il Segretario Nazionale Rosario Tortorella PRESIDENTE Dott.ssa Cinzia CALANDRINO SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO Dott. Francesco D’ANSELMO SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO Dott. Nicola PETRUZZELLI |
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