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Prot. n.184/T/2013.105 del 20 dicembre 2013 - Natale 2013/Capodanno 2014 20/12/2013
Ai Dirigenti di Istituto penitenziario e di Esecuzione Penale Esterna
Care Colleghe e Cari Colleghi,
a nome mio personale, della Presidenza e del Consiglio Direttivo, desidero formularVi i  migliori auguri di un lieto Natale ed un felice anno nuovo.

E’ stato un anno difficile che ha messo a dura prova il sistema penitenziario e con esso la Dirigenza penitenziaria, in prima linea a far fronte ad un’emergenza penitenziaria mai vista prima, nel bel mezzo di una crisi economica internazionale che ha messo in ginocchio l’economia del nostro Paese, come quella di altri Stati europei e persino degli Stati Uniti d’America.
In questa situazione il rischio è quello di un arretramento dei diritti di tuti ed è per questo che il Si.Di.Pe. ha messo in campo tute le proprie forze ed il proprio impegno per dare il proprio contributo al miglioramento del sistema e per affermare il ruolo centrale della dirigenza penitenziaria.
Per completezza allego alla presente un resoconto il più possibile riassuntivo delle attività svolte dal Si.Di.Pe. nell’anno che si accinge a terminare.
Confidiamo, con l’impegno di tuti, che le delicate questioni che affliggono il personale ed il sistema penitenziario, a partire dai dirigenti penitenziari, possano presto cominciare a trovare spazi di soluzione, nell’interesse dell’intero sistema dell’esecuzione penale e del Paese.
Anche per il prossimo anno, quindi, l’attività del Si.Di.Pe. proseguirà con pari impegno e senza sosta, grazie al contributo di quanti stanno rafforzando sempre di più questo Nostro sindacato, che resta quello al quale aderisce il maggior numero dei dirigenti penitenziari.
Con l’occasione il Si.Di.Pe. desidera ringraziare i dirigenti penitenziari che, sempre più numerosi, stanno unendosi alle sue fila per avere voce autorevole dove serve. Dobbiamo, però, essere sempre di più e sempre più uniti, perché la nostra voce possa essere più ascoltata.
Cari Colleghe e Colleghi, chi è già iscritto ne parli con chi non lo è ancora, affinché la consapevolezza dell’importanza di essere del Si.Di.Pe. si faccia sempre più strada.
Rinnovo i migliori e più affettuosi auguri a Voi e alle Vostre famiglie.

Il Segretario Nazionale
 Rosario Tortorella

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- Segreteria Nazionale – Allegato
a Prot. n.184/T/2013.105 del 20 dicembre 2013

Resoconto attività Si.Di.Pe. anno 2013


Care Colleghe e Cari Colleghi,
é stato un anno difficile che ha messo a dura prova la Dirigenza penitenziaria, in prima linea a far fronte ad un’emergenza penitenziaria mai vista prima, nel bel mezzo di una crisi economica internazionale che ha messo in ginocchio l’economia del nostro Paese, come quella di altri Stati europei e persino degli Stati Uniti d’America.
Un’emergenza, quella penitenziaria che ha costretto il Presidente della Repubblica ad inviare, lo scorso 8 ottobre, uno speciale messaggio alle Camere perché, attraverso interventi non solo urgenti ma anche strutturali e di sistema, sia trovata una soluzione al grave problema del sovraffollamento dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l’Italia per la violazione dell'art. 3 della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali”, che pone il divieto di pene e di trattamenti disumani o degradanti, ed ha fissato il termine di un anno perché adotti le misure strutturali necessarie a risolvere il problema carcerario.
Per la verità il Si.Di.Pe. ripete oramai da anni che l’emergenza penitenziaria discende da problemi strutturali che traggono origine dall’errata cultura secondo la quale il carcere è l’unica pena utile per un fatto costituente reato, dall’ipertrofia del diritto penale, dal depotenziamento delle misure alternative, dall’uso eccessivo della custodia cautelare, dalla enorme durata dei processi.
Per questo il Si.Di.Pe. aveva formulato, prima dell’avvio della XVII legislatura, una proposta di “Agenda per l’Emergenza penitenziaria” Prot. n.81/T/2013.2 del 15 gennaio 2013 rivolta a tutte le forze impegnate nella competizione elettorale, con proposte di interventi normativi per risolvere i gravi problemi penitenziari.
E se è vero che alcuni interventi sono stati adottati è altresì vero che essi restano assolutamente insufficienti per rispondere agli obblighi ed ai tempi imposti dalla Corte di Strasburgo.
Un anno, quindi, difficilissimo per l’intero Paese, ma anche un anno nel quale il Si.Di.Pe. è stato costantemente ed inarrestabilmente impegnato nel difficile compito di affermare l’importanza della dirigenza penitenziaria e del sistema penitenziario in rapporto ai più generali sistemi della giustizia e della sicurezza, affinché non fossero sottovalutati gli effetti di una disattenzione che oramai si protrae da anni.
Tutti ricorderanno la battaglia vittoriosa che il Si.Di.Pe. ha condotto contro il tentativo di non riconoscere gli assegni Una tantum ai dirigenti penitenziari.
Difatti il 18 gennaio di quest’anno il Si.Di.Pe. per primo, appresa la notizia che l’Ispettorato Generale per gli ordinamenti del personale e l’analisi dei costi del lavoro pubblico (I.G.O.P.) aveva incomprensibilmente opposto il proprio parere negativo all’attribuzione a favore del personale della Carriera dirigenziale penitenziaria di cui al D.Lgs. n.63/2006 degli assegni una tantum destinati al comparto sicurezza per l’anno 2012, aveva inoltrato all’allora Ministro della Giustizia, oltre che ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria, la nota Prot. n.85/T/2013.6, chiedendogli di intervenire affinché non si facesse una grave ingiustizia nei confronti della dirigenza penitenziaria, alla quale va dato il merito di assicurare tra mille difficoltà la tenuta del troppo sofferente sistema penitenziario.
Ed oggi, come Vi ho già potuto comunicare con la nota Prot. n.175/T/2013.96 del 29 novembre 2013, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha condiviso, come per gli anni 2011 e 2012, con le altre Amministrazioni del comparto sicurezza lo schema di decreto riguardante le determinazione degli assegni "una tantum" da attribuire per l'anno 2013, quali misure perequative in attuazione del art. 8 comma 11- bis del decreto legge 78/2010 convertito nella legge 122/2010 e dell'art, 1 del decreto legge n. 27/2011 convertito nella legge 74/2011. Ebbene, tale schema comprende il personale della Carriera dirigenziale penitenziaria, è stato inoltrato alla firma del Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e ripropone i medesimi istituti individuati nel decreto ministeriale 17 novembre 2011 e Decreto Ministeriale 12 dicembre 2012.
Non sfuggirà a nessuno che la questione dell’Una Tantum è di grandissima importanza per i dirigenti penitenziari, non solo perché è allo stato l’unico riconoscimento economico ma anche perché dietro di essa c’è la questione giuridica dell’appartenenza al comparto sicurezza che ci consente di rivendicare ancora con più forza il diritto di essere portati fuori dalla spending review, concorrendo la dirigenza penitenziaria a pieno titolo al sistema di sicurezza dello Stato.
Al riguardo è sotto gli occhi di tutti anche la battaglia che il Si.Di.Pe. ha condotto e sta conducendo da solo contro l’assurdità di una spending review degli organici della dirigenza penitenziaria.
Contro la spending review della dirigenza penitenziaria il Si.Di.Pe. si è attivato su tutti i fronti, già nel corso della precedente legislatura, tanto da aver guidato la presentazione dell’oramai noto Ordine del giorno n.9/5389/53, approvato dalla Camera dei Deputati e accettato dal Governo lo scorso 7 agosto 2012, oltre che di numerose interrogazioni parlamentari per l’esclusione dei dirigenti penitenziari e del restante personale dell’amministrazione penitenziaria dai tagli degli organici previsti per le pubbliche amministrazioni.
Fu proprio in relazione ad una delle interrogazioni parlamentari sopra citate che l’allora Ministro della Giustizia Severino, per bocca di un suo Sottosegretario, si espresse nel senso “che il sistema penitenziario costituisce nel suo insieme una struttura dello Stato deputata a contribuire al mantenimento della sicurezza pubblica ed è, quindi, parte integrante delle strutture di sicurezza della Repubblica”1, rendendo noto che il 4 ottobre 2012 aveva chiesto all’allora Ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione un'interpretazione che escludesse il personale penitenziario dalle nuove riduzioni di organico.
E fu a seguito delle numerose lettere del Si.Di.Pe., anche al Presidente del Consiglio dei Ministridell’epoca2 della carriera dirigenziale penitenziaria, che si sarebbe voluta effettuare attraverso un’evidente errata interpretazione ed applicazione dell’art.2 del D.L. 6 luglio 2012 n. 95 sulla spending review3, che quell'Esecutivo decise di non portare avanti nessuna ipotesi di riduzione del personale .
E, in effetti, entro il termine di decadenza del 28 febbraio 20134 , non fu esercitata la facoltà di operare la riorganizzazione del Ministero della Giustizia, che si sarebbe potuta effettuare ai sensi del comma 10 ter dell’art.2 del D.L. n.95/2012, attraverso una proposta di d.P.C.M. al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Di recente, tuttavia, la questione è tornata pericolosamente alla ribalta, atteso che il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, il 17 ottobre scorso, in occasione del suo intervento in Commissione Giustizia della Camera, nel riferire in ordine alla grave situazione penitenziaria ed alla complessità del sistema penitenziario, avevapaventato la “possibile applicazione di ulteriori tagli a seguito della spending review” nei confronti della dirigenza penitenziaria.
Una eventuale spending review della già ridotta dirigenza penitenziaria, ovviamente, preoccupa e sconcerta, essa, peraltro, a fronte della gravissima situazione delle carceri, si pone in contraddizione non solo con le univoche e continue dichiarazioni politiche di attenzione per il problema penitenziario, ma anche con le necessità obbiettive che discendono sia dall’apertura di nuove carceri e di nuovi padiglioni detentivi (attraverso il cd. “Piano Carceri”), sia dalla circostanza che sono in corso di esame progetti di riforma destinati ad aumentare anche il ricorso alle misure alternative .
In vero è divenuto oramai insostenibile il progressivo depauperamento dei dirigenti penitenziari, tanto nel ruolo di istituto penitenziario che, anche più gravemente, in quello dell’esecuzione penale esterna.
Infatti, se esistono distretti provveditoriali dove ogni dirigente del ruolo di istituto penitenziario dirige due o tre carceri vi sono casi, sempre più frequenti, in cui addirittura un solo dirigente penitenziario del ruolo di esecuzione penale esterna ricopre tutti, o pressoché tutti, gli uffici attribuiti al ruolo di appartenenza. Come già denunciato anche in sede di incontro del 25.11.2013 con il prof. Mauro Palma, Presidente della Commissione ministeriale di studio per gli interventi in materia penitenziaria, sintomatico è quanto si è venuto a verificare da ultimo nel distretto delle Tre Venezie, dove sono presenti sei Uffici di Esecuzione Penale Esterna di rango dirigenziale, oltre alla sede dirigenziale dell'Uepe presso il Prap di Padova ed un solo dirigente di esecuzione penale esterna, già titolare dell’Ufficio EPE del Provveditorato.
Ebbene, questo unico dirigente è stato chiamato ad una “missione impossibile”, cioè ad assumere anche la reggenza delle Direzioni dell'Uepe di Padova e Rovigo, dell'Uepe di Trento, dell'Uepe di Trieste, dell'Uepe di Udine, Pordenone e Gorizia e dell’Uepe di Verona e Vicenza, con l’obbligo di fare ciò utilizzando l’istituto della delega previsto dall'art. 17 D. Lgs. 165/ 2001.
Per queste ragioni il Si.Di.Pe. ha immediatamente avviato un’intensa corrispondenza con tutti gli organi istituzionali competenti e con i Garanti dei diritti dei detenuti di tutta Italia.
In tal senso il Si.Di.Pe. ha chiesto ai Parlamentari di valutare la presentazione di ordini del giorno e/o interrogazioni perché la dirigenza penitenziaria sia esclusa dalla spending review e sono già in corso iniziative in tal senso da parte di alcuni parlamentari.
Anche i Garanti dei diritti dei detenuti, che già durante il precedente Governo avevano inviato sulla questione una lettera a firma congiunta all’allora Ministro della Giustizia, stigmatizzando il riesame della spesa dell'Amministrazione Penitenziaria, hanno aderito all’appello del Si.Di.Pe. ed anche adesso hanno ribadito con forza la loro contrarietà a provvedimenti che abbiano ad oggetto la riduzione del numero dei dirigenti penitenziari.
Pure secondo i Garanti, infatti, una scelta orientata in tal senso non sarebbe funzionale al progetto che nell'attuale momento storico l'Amministrazione Penitenziaria sta perseguendo, operando tanto in termini di razionalizzazione del sistema detentivo quanto in termini di umanizzazione della pena, per il miglioramento delle condizioni detentive e per mettere a norma un sistema penitenziario ritenuto a più riprese contra legem in sede internazionale ad opera della Corte EDU, che ha imposto all’Italia di risolvere il problema entro il termine di un anno, entro, cioè, il 28 maggio 2014.
Nella lettera dei Garanti dell’otto novembre 2013 si legge: “In un siffatto contesto operativo appare privo di razionalità, e destituito di ogni fondamento, un intervento che miri a porre in essere tagli alla dirigenza penitenziaria - già di per sé depauperata in termini di risorse professionali, essendo presenti su tutto il territorio nazionale casi di attribuzioni plurime di direzioni, con la tendenza in atto all'accorpamento di più istituti sotto una direzione unica -. Infatti la presenza quotidiana di un direttore titolare, le cui funzioni sono di propulsione, controllo e coordinamento tra le varie aree del carcere, è il perno essenziale attorno al quale ruota l'organizzazione della vita dell'istituto penitenziario, con il rischio concreto che l'assenza di singole titolarità delle direzioni possa comportare una caratterizzazione della detenzione in termini prevalentemente custodiali. Così la paventata riduzione del personale della carriera dirigenziale penitenziaria non sarebbe strategica, ma disfunzionale, rispetto all'obiettivo che l'Amministrazione Penitenziaria si pone, venendosi, di fatto, a rendere non attuabili forme di riorganizzazione del sistema penitenziario. Tutto ciò premesso, si auspica pertanto che il sistema penitenziario, la cui tenuta ha già dato patenti segni di compromissione, come ampiamente certificato in sede internazionale, non venga ulteriormente provato da discutibili, se non incaute, scelte politico-amministrative orientate alla riduzione dei dirigenti penitenziari, ma bensì che si inizi a valutare l'opportunità politica di porre in essere prioritariamente azioni volte al potenziamento dell'Amministrazione Penitenziaria in termini di nuove risorse professionali”.
Così, il Si.Di.Pe. ha scritto al Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, al Presidente delle Commissione Giustizia del Senato Nitto Palma, al Presidente delle Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, a tutti i Senatori e Deputati della Repubblica, al Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato Luigi Manconi, al Presidente della Commissione ministeriale di studio in tema di interventi in materia penitenziaria istituita presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministro della Giustizia, Mauro Palma, per chiedere il loro intervento al fine impedire un’assurda riduzione dei già pochi Dirigenti penitenziari.
Grazie a questi interventi del Si.Di.Pe., nel corso della riunione con le OO.SS. del 25 scorso, tenutasi presso il Ministero della Giustizia, su convocazione del Prof. Mauro Palma (Presidente della Commissione ministeriale di studio per gli interventi in materia penitenziaria), a seguito di richiesta di chiarimenti del Si.Di.Pe. il Capo di Gabinetto del Ministro, Renato Finocchi Ghersi, ha reso noto che il Ministro Annamaria Cancellieri ha seguito con molta attenzione la questione e che a seguito di interlocuzioni avute con il Dipartimento della Funzione Pubblica è stata definita l’esclusione dalle riduzioni della spending review della dirigenza penitenziaria a livello di provveditorati e di istituti penitenziari, ritenuti presidi di sicurezza. Come già comunicato, adesso occorre attendere solo il via libera definitivo del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ovviamente il Si.Di.Pe. resta, comunque, contrario ad ipotesi di accorpamenti e riduzioni di posti di funzione della dirigenza penitenziaria, a tutti i livelli dell’Amministrazione, perché l’Amministrazione penitenziaria si inserisce nell’ambito del sistema della sicurezza dello Stato nel suo complesso, a tutti i livelli ed in tutte le sue articolazioni.
Il Si.Di.Pe., inoltre, nel corso dell’anno è stato impegnato instancabilmente ad affrontare decine di altre questioni che afferiscono direttamente o indirettamente la dirigenza penitenziaria, questioni note di carattere generale (questioni di sistema, come quelle dei circuiti penitenziari regionali ex art.115 D.P.R. 230/2000 e della sorveglianza dinamica - Prot. n.89/T/2013.10 del 10.02.2013-, e questioni di categoria, come quelle sulla valutazione e l’attribuzione degli incarichi - Prot. n.152/T/2013.73 del 15.09.2013) e questioni individuali su problemi specifici di singoli dirigenti penitenziari iscritti, situazioni queste ultime per questo non note ma altrettanto delicate ed importanti. Ovviamente sul sito www.sidipe.it trovate tutti i Comunicati di interesse generale e le news più importanti su Twitter.
Soprassiedo dal citare tutte le altre cose e gli interventi che il Si.Di.Pe. continuamente ha fatto e continua a fare, e nei quali non si può non riconoscere un grande impegno e la massima onestà intellettuale.
Sono certo che mi crederete se Vi dico che molti interventi del Si.Di.Pe. sono sui comunicati ma molti altri non trovano, né possono trovare, formalizzazione, e in verità sono la maggior parte.
Peraltro, come sapete, il nostro impegno sindacale è, peraltro, non disgiunto da quello lavorativo. Il sindacato è per me, per noi del Si.Di.Pe., rinuncia al riposo ed agli impegni familiari, perché il Si.Di.Pe. non ha, in assenza di contratto, permessi sindacali e nessuno di noi è in aspettativa o cumulo sindacale.
Eppure il nostro impegno è instancabile su tutti i fronti, anche sul fronte sociale e culturale, perché riteniamo che la dirigenza penitenziaria debba rivendicare il suo ruolo di conoscitrice dei fenomeni sociali e di promotrice di una cultura penitenziaria nuopva.
Noi del Si.Di.Pe., infatti, riteniamo che le questioni penitenziarie, purtroppo, non trovano l’interesse che meriterebbero di per sé, ed è per questa ragione che per richiamare l’attenzione su di esse dobbiamo necessariamente partire dalle questioni generali oggetto di discussione, mostrare che siamo dentro le cose della società, che abbiamo visioni strategiche e culturali che possono migliorare il Paese e il sistema penitenziario, che siamo o possiamo essere interlocutori autorevoli. Quelle che la società e il dibattito sociale ci offrono sono tutte occasioni per parlare del sistema penitenziario e dei dirigenti penitenziari, in modo da far comprendere che è necessario valorizzarli e riconoscere loro quei diritti di cui troppo spesso sono privati. Non è detto che ci riusciamo completamente, però ci proviamo e profondiamo il massimo impegno per questo.
E’ anche per questa ragione il Si.Di.Pe. parteciperà, il 25 dicembre 2013, alla 3^ Marcia di Natale per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà, che si svolgerà in Roma, a partire dalle ore 10:00, da San Pietro a Palazzo Chigi. L’iniziativa ha trovato una convergenza generale che supera le differenze politiche perché l’affermazione dei principi di giustizia e di rispetto dei diritti umani non ha colore politico e, difatti, il  Comitato promotore, oltre al Si.Di.Pe., vede personalità autorevoli, del sociale, della politica, del volontariato, del sindacato5 , dell’avvocatura.
Il Si.Di.Pe. ha ritenuto di aderire a questa civile e pacifica iniziativa per tornare ad esprimere la posizione dei direttori, di istituto penitenziario e di esecuzione penale esterna, a favore di un sistema penitenziario che sia coerente con i principi internazionali e costituzionali di rispetto della dignità della persona detenuta e della finalità rieducativa della pena, rispetto alla grave situazione di disagio che si registra nelle carceri italiane.
I dirigenti penitenziari, infatti, sono i primi garanti dei principi di legalità nell’esecuzione penale e ritengono il rispetto dei diritti della persona una condizione essenziale senza la quale non può esistere vera giustizia ma solo una forma di arcaica vendetta, che non è compatibile con uno Stato che si vuole definire di diritto. Peraltro vivono e patiscono in prima persona le conseguenze della grave emergenza delle carceri, che incide pesantemente anche sulle condizioni di lavoro di tutti gli operatori, poiché essa determina per essi maggiori rischi professionali, esponendoli a più elevate responsabilità, amministrative, civili e finanche penali. Essi, inoltre, comprendono la sofferenza che discende dall’essere privati dei diritti perché essi sono privati dei propri diritti di lavoratori. Infatti, in questo difficile momento storico, pur profondendo un impegno straordinario per gestire l’attuale difficilissima situazione penitenziaria sono privati del trattamento economico a cui hanno diritto per legge, unici dirigenti senza contratto di lavoro, fanalino di coda di tutta la dirigenza pubblica, con il trattamento economico più basso, senza la retribuzione economica di posizione e di risultato, privati del loro diritto alla ricostruzione giuridica ed economica della propria carriera sancito dall’art.28 del D.Lgs.n.63/2006.
Anche per il prossimo anno, quindi, l’attività del Si.Di.Pe. proseguirà con pari impegno e senza sosta, grazie al contributo di quanti stanno rafforzando sempre di più questo Nostro sindacato, che resta quello al quale aderisce il maggior numero dei dirigenti penitenziari.
Con l’occasione il Si.Di.Pe. desidera ringraziare i dirigenti penitenziari che, sempre più numerosi, stanno unendosi alle sue fila per avere voce autorevole dove serve.
Dobbiamo, però, essere sempre di più e sempre più uniti, perché la nostra voce possa essere più ascoltata.
Cari Colleghe e Colleghi, chi è già iscritto ne parli con chi non lo è ancora, affinché la consapevolezza dell’importanza di essere del Si.Di.Pe. si faccia sempre più strada.

Rinnovo i migliori e più affettuosi auguri a Voi e alle Vostre famiglie.

 Il Segretario Nazionale
 Rosario Tortorella

PRESIDENTE
Dott.ssa Cinzia CALANDRINO

SEGRETARIO NAZIONALE VICARIO
Dott. Francesco D’ANSELMO

SEGRETARIO NAZIONALE AGGIUNTO
Dott. Nicola PETRUZZELLI

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1cfr. intervento del 29.11.202 del sottosegretario Antonino Gullo all'interrogazione a risposta immediata in Commissione Giustizia n. 5-08488, nella seduta della Camera dei Deputati n.721 del 21.11.2012.
2Prot. n.101/T/2013.22 del 25 febbraio 2013 <>
3D.L. 6 luglio 2012, n. 95 sulla spending review, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 7 agosto 2012, n. 135
4il termine, che era fissato al 31.12.2012 dal comma 10 ter dell’art.2 del D.L. 6 luglio 2012 n. 95 sulla spending review, è stato prorogato al 28.02.2013 dalla L. 24-12-2012 n. 228
5Comitato promotore: Don Antonio Mazzi, fondatore delle comunità Exodus, Marco Pannella, Emma Bonino; Don Ettore Cannavera, Presidente dei cappellani penitenziari sardi; Eugenio Sarno, Segretario della Uil penitenziaria; sen. Luigi Manconi, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato; Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone; Salvo Fleres, già Garante dei diritti dei detenuti per la Regione Siciliana; Angiolo Marroni, Garante diritti dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia, Presidente onorario Associazione Antigone; on. Sandro Gozi, Presidente delegazione italiana presso Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Valerio Spigarelli, Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI); Luigi Amicone, Direttore di Tempi; Enrico Sbriglia, Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria Piemonte; Marco Arcangeli, Presidente Camere Penali di Rieti; Rosario Tortorella, Segretario Nazionale SI.DI.PE (Sindacato Direttori Penitenziari); sen. Nitto Palma, già Ministro della Giustizia, Presidente della Commissione Giustizia del Senato; Sen. Franco Marini; on. Mario Marazziti; Don Vincenzo Russo, responsabile Casa Caciolle (FI); Leo Beneduci, Segretario OSAPP (Organizzazione Autonoma Polizia Penitenziaria); Antonio Savino, Segretario SNALPE (Sindacato Autonomo Lavoratori Polizia penitenziaria); Padre Massimiliano Sira, Cappellano carcere di Buoncammino; Suor Fabiola Catalano, volontaria del Carcere Velletri; Don Gaetano Galia cappellano carcere Sassari; Don Mario Cadeddu, cappellano carcere Macomer; Don Nicolò Porcu, cappellano carcere di Mamone; Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele; Margherita Michelini, direttrice del carcere "Mario Gozzini" di Firenze; Ottavio Casarano, direttore C.C. Trieste; on. Giancarlo Galan, già Ministro dei Beni Culturali, Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera; Comune di Lodi e Don Luigi Gatti, cappellano del carcere di Lodi; sen. Felice Casson, Vicepresidente della 2ª Commissione permanente Giustizia; Elisabetta Laganà, Presidente Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia; Alfredo Arpaia, Presidente della LIDU; Organizzazioni promotrici: Partito Radicale, Radicali italiani, Unione della Camere Penali Italiane (UCPI); Ristretti Orizzonti, Nessuno Tocchi Caino, SI.DI.PE (Sindacato Direttori Penitenziari); Non c’è Pace Senza Giustizia, Settimanale Tempi, Detenuto Ignoto, Associazione Luca Coscioni, Radio Radicale, Esperanto Radikala Asocio; Comunità di Sant'Egidio; Cooperativa PID – Roma (Pronto Intervento Disagio); Cooperativa Sociale Arte Integrale – Roma; Radicali per Sant’Ambrogio; @.r.a., Associazione Radicale Antiproibizionisti; Sesta Opera San Fedele ONLUS; Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo.



 

 

 

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