>> indietro
AI MINISTRI ALFANO E BRUNETTA: “VIGILANTES PER LE CARCERI” 19/06/2008
(“Esternalizziamo” la vigilanza delle carceri italiane …)
Condividiamo il rifiuto della CISL/Fps all’incontro con i vertici ministeriali del DAP del 24 p.v., dove si discuterà sui problemi della sicurezza degli operatori della polizia penitenziaria. Troviamo “disarmante” che il tema venga affrontato con le OO.SS. ancor prima che sia stato oggetto di disamina, analisi e confronto, con i primi responsabili della sicurezza penitenziaria: i Direttori ed i Comandanti di Reparto. Se ne ricava l’idea che si intenda scaricare sulle OO.SS. il peso di una responsabilità che attiene al modo con il quale è stato finora governato strategicamente il circuito penitenziario. La “non da oggi” difficile situazione delle carceri, che fa il paio con la mancata previsione di credibili spese d’investimento nelle strutture e sul reale fabbisogno di personale penitenziario tutto, pure a mente del turn over, era perfettamente prevedibile all’indomani dell’indulto. E’, perciò, allarmante la lettura “nervosa” e scomposta che si da ai recenti episodi di cronaca nera carceraria rivolti contro i poliziotti penitenziari: i fatti, ci aspettavamo, dovevano essere attentamente contestualizzati ed esaminati, per comprendere quali ne fossero le cause scatenanti, ricostruendone le dinamiche ed interrogandosi sulle prassi seguite e sull’impatto che hanno avuto singolari circolari e disposizioni in materia di regole carcerarie, e ciò anche al fine di evitare ingiuste generalizzazioni, distinguendo le eventuali responsabilità individuali da quelle di gestione e di sistema. Come Sindacato dei Direttori Penitenziari, abituati a confrontarci con le criticità improvvise e quelle annunciate, preferiremmo non sentire recitare il “DE PROFUNDIS” della sicurezza penitenziaria che continua ad essere garantita da un numero sempre più risicato di operatori penitenziari non solo di polizia, bensì vorremmo finalmente conoscere attraverso quali forme, da subito ed in futuro, si intenderà, concretamente, premiare quanti lavorino in carcere, e se cesserà la scuola di pensiero che predilige, nonostante l’asserita carenza, proiettare il personale della polizia penitenziaria “fuori” dai luoghi di detenzione. Ricordiamo, ancora una volta, le pletore di poliziotti penitenziari impiegato in sedi dove si registra l’assoluta assenza di persone detenute o dove, pur in presenza di ristretti, sono in soprannumero. A dimostrazione della depredazione, ricordiamo il recente paradosso di inviare anche i poliziotti penitenziari a presidiare i seggi elettorali presso le scuole (propagandando la cosa come un grande risultato per il Corpo, dimenticando però di dire che, in quelle stesse giornate, in molte carceri, il personale di polizia penitenziaria sarebbe risultato ancor più rado, finanche rischiando di non assicurare la vigilanza interna dei seggi elettorali speciali, per il voto dei detenuti, costituiti presso ogni istituto…). A tal punto, per quanto possa dolersi il Ministro BRUNETTA, a meno che non si pensi di usare le Forze Armate, sarà necessario che il Ministro ALFANO proponga al Governo di valutare, seriamente, la possibilità di “esternalizzare” i servizi di sorveglianza degli istituti penitenziari. Sconsigliamo, invece, di affrontare l’ennesima calda estate delle carceri italiane ricorrendo agli spray con il peperoncino ed alle pistole elettriche, e ci spiace che per compiti istituzionali “nostri” si debba pietire l’aiuto delle Forze Armate e di quelle dell’ordine che fossero, nel frattempo, impegnate nel controllo del territorio.
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

Link utili

rassegna stampa su www.studiocataldi.it