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"Errare è umano, perseverare è diabolico..." 26/05/2008
(Disattesa la richiesta di trasparenza in materia di mobilità a domanda rivolta ai dirigenti penitenziari…)
Ancora una volta siamo costretti ad esprimere la delusione per il modo con il quale vengono proposti i provvedimenti da parte dell’amm.ne centrale. Con chiarezza avevamo chiesto che il primo interpello, relativo alla mobilità a domanda per la copertura provvisoria dei posti dirigenziali disponibili, riguardasse TUTTE LE SEDI effettivamente disponibili, tenendo conto della generalità dei relativi posti di funzione, sia in quelle periferiche che nei provveditorati, oltre che nelle scuole e negli uffici centrali. Avevamo precisato, serenamente, ritenendo di essere stati sufficientemente compresi, che, seppure riteniamo il recente DM, il quale ha distinto gli istituti penitenziari e gli uffici in più livelli, non corrispondente alle reali situazioni di complessità presenti sul territorio, in attesa delle necessarie modifiche, si potesse comunque dar corso alle procedure ove finalizzate a migliorare lo stato attuale di forte criticità delle carceri, conseguente ad una gestione delle risorse umane sulla quale era opportuno stendere un pietoso velo, ribadendo, tra l’altro, l’ovvia necessità che negli istituti di secondo livello vi fosse il previsto, irrinunciabile, conferimento dei dirigenti aggiunti, per l'appunto previsti nel DM il quale portava, allegate, delle tabelle vistosamente errate (ennesima dimostrazione di faciloneria nella produzione di atti amm.vi di particolare rilevanza da sottoporre alla firma del ministro…). Sottolineavamo, inoltre, che dovessero essere indicati anche i posti provvisoriamente coperti da quanti non provenissero dalla carriera di dirigente penitenziario (per essere chiari, ci riferiamo ai magistrati, i quali pur ricevendo tutta il nostro sincero rispetto, riteniamo costituzionalmente corretto che continuino a svolgere la loro funzione naturale, perché una cosa è lo “jus dicere”, altro è lo “jus facere”, ed essi non possono essere considerati, proprio perché sottratti dai processi e dalle aule di giustizia, “risorse interne”, tra l’altro depauperando il numero dei togati “operativi”, così come volevamo chiarezza sulle situazioni ambigue di quei dirigenti penitenziari che, nominalmente, risulterebbero ancora titolari di istituti e/o altri uffici, mentre in realtà operano con continuità, e senza che si sia compreso attraverso quali procedure di scelta si sia pervenuti alla definizione di tanto, in altre sedi ministeriali e non, oltre che con una pluralità d’incarichi, mentre tanti colleghi, ad esempio quelli già in servizio al DAP, continuano ad esserne privati di formali, seppure ne avessero natura provvisoria. Ebbene, tutte queste nostre richieste, avanzate senza “vis polemica”, ma con sincero spirito di leale collaborazione, sono state scientemente mortificate: L’interpello emanato, o meglio il fantasma di esso, continua ad essere carente, approssimativo e non trasparente nella misura in cui nega ai colleghi il diritto di conoscere tutte le sedi che sono, nei fatti, ma anche di diritto, vacanti, pregiudicando le loro legittime aspettative. Se questo voleva essere il modo di avviare un proficuo confronto, gli uffici centrali del DAP hanno perso un’occasione irripetibile, e ciò pregiudica, senza appello, il futuro di una collaborazione che si voleva offrire per migliorare l’amministrazione e riportarla ad un accettabile livello di trasparenza. L’occasione offerta è stata miserevolmente rifiutata dalla condotta assunta, pertanto tiriamo le nostre conclusioni che, nei modi concessici, esterneremo al nuovo Ministro ALFANO ed al Corpo Parlamentare : “Sic transit gloria mundi…”
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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