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COMUNICATO - SETTEMBRE 2004 30/09/2004

La pausa estiva è servita ad intensificare i contatti, uti singulis, con i parlamentari che intendono favorire un vero processo di riforma del sistema penitenziario il quale non potrà per davvero decollare se, prima, e pregiudizialmente, non si definirà chiaramente la situazione dei direttori penitenziari; i segnali al riguardo sono stati tutti incoraggianti e, dopo il passaggio favorevole in Senato, ora resta quello alla Camera dei Deputati sul quale vigiliamo con grande attenzione.
E’ però necessario “ contare” e “contarsi” continuamente ed insistere con il mondo politico tutto, in quanto l’agenda del legislatore sconta modifiche continue, spesso dettate da urgenze, anche di rilevanza internazionale, ancora più urgenti della nostra.
Perciò la Segreteria Nazionale, insieme con la Presidenza, invita tutti i colleghi iscritti a vincere ogni indugio ed a contattare “personalmente” tutti i parlamentari della Camera dei Deputati presenti sul proprio territorio, al fine di renderli edotti e responsabili del buon esito del disegno di legge n. 5141 sulla dirigenza penitenziaria (al Senato della Repubblica, dove è stato approvato, il DDL aveva il numero 1184 ed era chiamato “Meduri” dal nome del primo senatore firmatario).
Occorrerà ripetere ancora una volta che questo disegno di legge è atto di civiltà giuridica e di giustizia nei riguardi dei direttori penitenziari e di centro, unici funzionari dello Stato che hanno visto crescere smisuratamente le proprie responsabilità senza ricevere alcun serio riconoscimento giuridico ed economico in cambio.
Occorrerà spiegare quali difficoltà quotidiane, quali rischi, quali responsabilità i direttori penitenziari e di centro corrano nell’espletamento della loro funzione, quale passione e spirito civico li animi, ponendosi senza soluzione di sorta ad esclusivo servizio della Nazione affinché il carcere tenda ad essere territorio di legalità per tutti.
La ponderazione, l’equilibrio nell’assunzione di decisioni difficili, l’imparzialità, il senso di umanità e la poliedrica professionalità e competenza sono le caratteristiche dei direttori penitenziari e di centro.Oggi questi funzionari esigono attenzione e rispetto ed è dovere anche di quanti, della politica, sbagliarono in passato quello di restituire dignità ad un corpo speciale di funzionari dello Stato ai quali si chiede sicurezza e trattamento nella difficile gestione delle carceri italiane; carceri che non sono ancora esplose proprio in ragione della continua attività di supervisione, vigilanza, mediazione, imparzialità che promanano i direttori penitenziari e di centro, ovunque siano chiamati ad operare, sia nelle sedi periferiche che in quelle provveditoriali che ministeriali.
La “legge” “Meduri” riconosce finalmente ciò che tutti conoscono e sanno su quel che siamo e facciamo, consente di rimotivare tutti noi, consente di avviare quel processo di rinnovamento e di riforma del sistema penitenziario, preludendo ad ulteriori e maggiori responsabilità che sentiamo di essere in grado, all’interno di un quadro normativo rispettoso della nostra professionalità, di poter ancor di più realizzare, in nome di un’esecuzione penale davvero rispondente ai dettami dell’umanità della pena, in un contesto di necessaria e ragionevole sicurezza dei cittadini e delle istituzioni.
Riconoscere la nostra specialità, così come è stata giustamente riconosciuta quella dei prefetti, dei magistrati, dei diplomatici, non è un modo per conferire “privilegi”, bensì per richiamare (equamente ricompensandole e riconoscendole per tali…) le responsabilità uniche alle quali siamo preposti, affinché sempre più il carcere sia una casa trasparente, dove vigono legalità e giustizia, e non un orrido e disumano contenitore di uomini e donne piegati dalla prigionia.
Nel concludere, va in questa sede ricordata l’attenzione che dalle più autorevoli istituzioni del Ministero della giustizia e del DAP ci è stata riservata in questi mesi di silente e persistente lavorio: non dimenticheremo quanti ci hanno e ci stanno davvero aiutando, ad essi tributiamo rispetto e lealtà ed assicuriamo in nostro massimo e più generoso impegno nell’adempimento dei doveri istituzionali.
A differenza di altre categorie, anche “importanti”, confidiamo nei progetti riformatori e siamo disposti a metterci in gioco, a provare costantemente le nostre abilità e la nostra professionalità nell’esclusivo interesse del nostro Stato e della Collettività.
Intelligenti pauca.

Il Segretario Nazionale del SI. DI. PE. (Sindacato dei Direttori e Dirigenti Penitenziari)
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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