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COMUNICATO STAMPA 22/07/2010
“CROISSANT PENITENZIARI”
"Oramai vicini alla soglia dei 70 mila detenuti"

Pur prendendo atto dei tentativi del Capo del DAP e dei suoi dirigenti generali “romani”, finalizzati a trovare una strategia d’uscita all’attuale gravissima situazione penitenziaria, attraverso ricorrenti disposizioni con le quali si pretenderebbe di contrastare, e ridurre, i molteplici rischi che ogni giorno siamo costretti ad affrontare “a mani nude”, per mantenere il sistema penitenziario italiano all’interno dei paletti di legalità ed umanità che per tradizione, fino a qualche tempo fa, ne contraddistinguevano, la storia e richiamando la decisione del Governo, il quale ha dichiarato, ufficialmente, il 13 gennaio scorso, cioè ben oltre sei mesi fa, “lo Stato di Emergenza delle Carceri Italiane”, e constatando come le disposizioni che ci pervengono risultino, nelle migliori delle ipotesi, delle ovvie esortazione al buon senso, mentre, sotto gli aspetti tecnico-amministrativi, di supporto, MAI NULLA VIENE PRECISATO, soprattutto NON vengono menzionate le corrispondenti e necessarie risorse, umane ed economiche, messe a disposizione delle Direzioni, per conseguire in modo credibile ed efficace i condivisibili ed ecumenici scopi, ci vediamo, ancora una volta, costretti a dichiarare la nostra delusione per una modalità di gestione che ci risulta ben lontana dall’essere rispettosa dei principi di buona ed imparziale amministrazione.

Omettere, quando si danno disposizioni strategiche, ma finanche “tattiche”, di indicare con quali circostanziati mezzi, strumenti,  risorse aggiuntive, si interverrà concretamente, ha il sapore della beffa e dell’inganno perpetrato ai danni dei cittadini inconsapevoli.

Noi tutti direttori penitenziari, sia d’istituto che degli uffici dell’esecuzione penale esterna, siamo infatti addestrati, professionalmente, a governare risorse certe e gestire persone in carne ed ossa, e non a fendere l’aria con le parole.

Di contro, siamo invece testimoni di una situazione paradossale e ambigua, che sembra maggiormente finalizzata ad additare, quali possibili responsabili dello sfacelo penitenziario, gli organi periferici piuttosto che i gangli nervosi centrali che sembrano vivere in un altro, alto, “mondo”.

L’assenza esplicita di ogni indicazione su sicuri finanziamenti, “straordinari” e supplementari, destinati agli organi intermedi, quali i provveditorati, ed alle singole direzioni per, ad esempio, allestire, ove semmai ci fossero i relativi spazi, nuove sezioni, contrastare il rischio dagli incendi, assicurare più umane e dignitose condizioni di vita ai detenuti, ma anche al personale, aumentare le ore di lavoro degli psicologi, predisporre nuovi sistemi di telecontrollo, acquistare arredi funzionali ed elettrodomestici da destinare alle persone detenute, migliorare il decoro e la vivibilità delle caserme, integrare con il minimo necessario di dipendenti “la prima linea”, quella degli operatori che sfidano il quotidiano di tensione e che vengono offerti al diurno sacrificio e/o ludibrio delle cronache, ci fa comprendere la distanza abissale tra il dire ed il fare.

Tra l’altro, continuiamo a non comprendere, forse perché abbiamo la colpa di essere gli amministratori delle città di ferro, come sia ragionevolmente possibile annunciare che si intendono realizzare nuovi istituti penitenziari o nuovi padiglioni, in carceri già prossime al collasso e/o collassate, e non avviare, ANZI FAR PRECEDERE con congruo anticipo, le complesse procedure amministrative finalizzate all'assunzione di altro personale di polizia penitenziaria, di funzionari educatori, di assistenti sociali, di psicologi, di amministrativi, di dirigenti penitenziari.

E’ ormai una nenia quella del fantomatico “rabbocco” di 2000 e passa agenti che si “vorrebbero” assumere,  ma nulla di serio e concreto fino ad oggi abbiamo realmente intravisto.

Tra l’altro, seppure queste risorse umane ci fossero, non basterebbero probabilmente neanche a coprire il turn over degli ultimi due anni di disperazione penitenziaria.

Per sbugiardarci, e non ci offenderemo, invitiamo l’amministrazione ad indicare in premessa, in ogni circolare, disposizione, ordine o comunque lo si voglia chiamare, ove si esiga un “facere”, QUANTE RISORSE UMANE E FINANZIARIE RISULTINO MESSE EFFETTIVAMENTE A DISPOSIZIONE DEI DIRIGENTI A CAPO DEGLI ISTITUTI E DEGLI UEPE e DI RENDERE PUBBLICI TUTTI I FINANZIAMENTI E LE RISORSE UMANE CONFERITE AD OGNI ISTITUTO E PROVVEDITORATO, DISTINGUENDO QUELLE “ORDINARIE” DA QUELLE STRAORDINARIE, ALMENO NEGLI ULTIMI 2 ANNI.

Insomma, in questi momenti difficili, ci venga almeno risparmiata la sgradevole sensazione di vivere quella nota situazione, forse una diceria, che precedette la rivoluzione francese, in cui la regina Antonietta d’Austria non comprendeva perchè il popolo francese protestasse e reclamasse il pane quando i “croissant”, con la loro sfoglia delicata, erano più gradevoli !

 

Il Segretario Nazionale  Dr. Enrico SBRIGLIA

 

Il Presidente Dr.ssa Cinzia CALANDRINO

Il Vicesegretario Nazionale Dr. Rosario TORTORELLA

Il Vicesegretario Nazionale Aggiunto Dr. Francesco D’ANSELMO

 

Il Consiglio DIRETTIVO

Dr.ssa Antonietta PEDRINAZZI, Dr.ssa M. Antonietta CERBO, Dr.ssa Silvia DELLA BRANCA, Dr.ssa Angela GIANI’, Dr. Nicola PETRUZZELLI, Dr. Salvatore PIRRUCCIO, Dr. Francesco CACCIOLA, Dr. Giuseppe DONATO, Dr. Francesco DELL’AIRA.


 

 

 

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rassegna stampa su www.studiocataldi.it