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A tutte le Colleghe e Colleghi Dirigenti Penitenziari 06/10/2010
Saluti al collega, dr. Francesco DELL'AIRA - Dirigente Penitenziario

 

Care Colleghe e Colleghi,

sento di partecipare con Voi al saluto, caloroso, che intendo rivolgere al nostro amico e collega Francesco dell’AIRA, il quale, il 30 settembre scorso, ha lasciato l’amm.ne penitenziaria per continuare, in modo diverso, ad impegnarsi attivamente nella società civile.

            Va in pensione, e la cosa mi pare impossibile: forse se l’amm.ne fosse stata in grado di offrirgli un posto di responsabilità maggiore che ci avesse consentito d’impreziosirci con la sua esperienza di servitore dello Stato sensibile, preciso, aperto al confronto e per questo sempre più giovane, lui sarebbe rimasto ancora per qualche tempo…

            Leggo e rileggo la sua lettera, apparentemente scritta con tono volutamente burocratico, ma in realtà intrisa di passione per un lavoro che non ci abbandona mai.

            Grande Francesco, grandi tutti i colleghi che stanno lasciando, questa straordinaria ma disperata amm.ne, ad uno ad uno, andando in quiescenza ancor giovani, e che avrebbero potuto donare i frutti della loro esperienza ai più giovani, se soltanto ci fossero stati.

            E’ inutile che ci giriamo intorno, stiamo attraversando un momento critico: è assente una visione politica e di lungo respiro dell’esecuzione penale, manca una visione aerea, progettuale, etica della missione penitenziaria.

            Le carceri sono tronfie di umanità dolente, il personale penitenziario si sente abbandonato a se stesso, le grandi riforme del passato, lungi dall’essere manutentate e perfezionate, sono state azzoppate, ivi comprese quelle che riguardavano il Personale tutto, ivi compreso quello del Corpo della Polizia Penitenziaria e della dirigenza di diritto pubblico.

            La sorte più triste, in assenza di prospettive e di dinamicità delle carriere, ha riguardato il personale del comparto “ministeri”, i cui profili e qualifiche professionali, ad esclusione di quelle dirigenziali, hanno subito mortificazioni progressive e sofferto la mancanza di giusti riconoscimenti.

            Eppure Francesco, con il suo stile inconfondibile, da persona perbene qual è, chiude la sua lettera “ringraziandoci”, ringraziando tutti coloro con i quali ha interagito, ricordandoci l’attuale sofferenza del sistema dell’esecuzione penale di cui, sottolinea, non dobbiamo mai far mancare il perseguimento del fine di garantire la DIGNITA’ delle persone (detenute e non) e l’AUTOREVOLEZZA dello STATO.

            Francesco continuerà, come tanti altri, ad operare per il SI.DI.PE., pur se in pensione, anzi, seguirà proprio le tematiche previdenziali, oltre che continuare ad essere per tanti di noi un sicuro punto di riferimento.

            Grazie Francesco, grazie per avere mostrato ogni giorno come la funzione del Direttore Penitenziario sia importante, sia punto di equilibrio e paletto della legalità, in quel mondo così difficile qual è il carcere.

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Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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