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FARE SQUADRA CON IL MINISTRO
(IL SI.DI.PE. INCONTRA IL MINISTRO ALFANO)
04/02/2009
Ieri pomeriggio il Ministro ALFANO ha ricevuto l’intero direttivo del SI.DI.PE.-Preziosa occasione perché si potesse far notare la presenza di una evidente ed articolata managerialità, che contraddistinguendo il ruolo, sta dimostrando di riuscire a governare una situazione oggettivamente difficile, grazie alla capacità di provenire ed esprimere una pluralità di sensibilità culturali e professionali. La presenza di diverse formazioni universitarie, l'abilitazione all'esercizio della professione legale, le specializzazioni che spaziano dal diritto amministrativo a quello del lavoro, dalle scienze criminologiche al diritto degli enti locali, nonché la presenza di cultori di particolari branche del diritto, insieme con quanti sono laureati in psicologia, come nelle discipline economico-finanziarie, consentono di individuare preziose risorse interne, alle quali aggiungere quelle di quanti abbiano pure maturato esperienze d'insegnamento universitario o abbiano operato in Enti Pubblici Locali, Fondazioni, il 3° settore.
Essi, però, anzitutto, soprattutto, sono OPERATORI PENITENZIARI.All'incontro con il Ministro erano presenti Laura BRANCATO, direttore CC PALERMO PAGLIARELLI, Cinzia CALANDRINO, direttore dell'ufficio dei Rapporti con le Regioni e gli Enti Locali ed il terzo settore, Mariantonietta CERBO, dirigente UEPE c/o il PRAP di Ancona, Antonietta PEDRINAZZI dirigente UEPE di MILANO, Francesco D'ANSELMO, Direttore Scuola Formazione Penitenziaria di MONASTIR, Silvia DELLA BRANCA, direttore della C.C. TOLMEZZO, Francesco DELL'AIRA, Direttore CC TERNI, Nicola PETRUZZELLI, Direttore Istituto per Minorenni BARI, Salvatore PIRRUCCIO, Direttore CR PADOVA, Rosario TORTORELLA, Direttore CC CATANIA-P.LANZA, nonché il Presidente del SIDIPE, Orazio FARAMO, Provveditore della Sicilia, ed il sottoscritto, Enrico SBRIGLIA, Direttore CC TRIESTE. Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni, ma anche le nostre attese, attese che non possono che corrispondere perfettamente con quelle istituzionali, con quelle che il legislatore costituzionale ed ordinario impongono. Siamo tutti consci che dovremmo affrontare una stagione difficile, che avremmo l'arduo compito di conciliare le sacrosante e legittime istanze di sicurezza dei cittadini con quelle, parimenti irrinunciabili, di un sistema penitenziario forgiato sul rispetto della dignità umana delle persone detenute.Siamo consapevoli, insieme con il Ministro ALFANO e con tutto il Governo, che qualunque processo di ammodernamento, di innovazione, di miglioramento del sistema penitenziario non potrà essere davvero realizzato se non vi sarà uno sforzo straordinario, della testa, ma anche del cuore, di tutto il Personale Penitenziario, nessuno escluso, e proporzionato alle responsabilità singole e collettive di cui ogni ruolo, profilo professionale, grado, specialità è fatto carico.Noi abbiamo rinnovato la nostra fiducia che però non corrisponde ad una cambiale in bianco, bensì deve essere sostenuta ed alimentata da azioni positive, rivolte alla risoluzioni delle problematiche ancora irrisolte e che attengono alla riforma MEDURI (i cui ritardi nell'avvio della fase di apertura della contrattazione sono noti a tutti…), all'esigenza irrinunciabile che le nomine, le revoche e le proroghe degli incarichi dei dirigenti generali, soprattutto per quanto attiene i provveditorati, debbano rappresentare scelte di altissimo livello umano e professionale, la migliore sintesi nella individuazione di personalità capaci di “portar pace”, di risolvere davvero, e non con fare inquisitorio o fingendo di non vedere, le criticità che attengano i rapporti sindacali, la più ragionevole distribuzione dei carichi di lavoro tra i diversi istituti penitenziari e gli uffici, la trasparenza nelle procedure che coinvolgano i dirigenti penitenziari e non solo, la più sensata distribuzione delle risorse umane e finanziarie, il miglior raccordo con il mondo delle autonomie e degli enti locali, insomma tutto quanto attenga alla regia delle Politiche Governative che attraverso gli Uffici Centrali del DAP, dovrebbero investire il territorio regionale intuendone le peculiarità.Le preoccupate espressioni che pervengono dalla periferia, invece, spesso depongono per un modello diverso, vuoto di contenuto, tant'è che non di rado c'è chi si pone la domanda della loro “utilità”, percepite talvolta come entità deresponsabilizzate se non anche balcanizzate, con connotati di gestione personalizzata e capricciosa: antico esercizio di un potere di un modo di concepire il carcere che non c'è più, piuttosto che la pianificazione moderna e corretta di input politici di governo di ampio respiro, capaci di motivare il personale, di estrarne le migliori risorse e talenti, di risolvere i problemi.Anche verso il Centro questa O.S. esige di più; vivido è il ricordo di un'amm.ne centrale che va per convegni piuttosto che per provvedimenti amm.vi perfetti, calibrati, accompagnati dalle risorse economiche e umane corrispondenti.Ci rendiamo conto che il Capo del DAP , dr. IONTA, ed il Vicario, dr. DI SOMMA ed il Vicecapo, dr. CONSOLO, dovranno fare qualcosa di inusuale nella nostra Amm.ne, che è pratica ingrata quella di stilare pagelle, ma ancora più difficile, e con effetti disastrosi, è non operare delle scelte, in specie nei momenti difficili che stiamo vivendo.In ultimo, ben volentieri porremo a disposizione del Ministro ALFANO, e del suo Capo di Gabinetto, dr. NEBBIOSO, il nostro ostinato entusiasmo e la nostra sincera collaborazione nella grande sfida rappresentata dal progetto strategico della realizzazione di nuove strutture penitenziarie, offrendo al DAP le conoscenze che abbiamo in materia e che hanno costituto anche il tema di alcuni seminari, anche internazionali, che abbiamo realizzato, coinvolgendo le facoltà di architettura, di giurisprudenza, di medicina, di scienze sociali, le categorie economiche ed il privato sociale.All'uopo ci auguriamo che il ministro voglia costituire un apposito tavolo di lavoro, paritetico, ove i sindacati della dirigenza penitenziaria siano almeno messi in grado di suggerire ipotesi di lavoro e di analisi al Pres. IONTA, nella di lui veste di Commissario Straordinario per l'edilizia penitenziaria, finalizzate anche al reperimento di risorse, nel loro migliore utilizzo, su aspetti molteplici di cui si debba tener conto in sede di progettazioni di nuovi istituti penitenziari o riqualificazione di quelli esistenti, etc. etc.: un buon progetto, infatti, anticipa e risolve tanti problemi di gestione “successiva” dell'opera.Spesso gli istituti penitenziari sembrano fatti “contro” chi ci vivrà come detenuto, “contro” chi ci vivrà come operatore penitenziario…Concludendo, siamo soddisfatti dell'incontro e siamo, prudentemente, ottimisti che non si tratti di una “finta” quella del dichiarato impegno del Governo per una nuova, e più propizia, stagione di sensibilità verso il mondo dell'esecuzione penale, interna ed esterna e degli operatori tutti.
Il Segretario Nazionale del SI. DI. PE. - aff. CISL-fps
Dr. Enrico SBRIGLIA

 

 

 

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