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COMUNICATO STAMPA 01/12/2010
(I DIRETTORI DELLE CARCERI E DEGLI UFFICI DELL'ESECUZIONE PENALE SONO PRONTI A SCENDERE IN LOTTA PER IL LORO CONTRATTO E PER LE REGOLE, PRIMA PERO' SI RIVOLGONO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA)
Si allega la lettera che, in accordo con i componenti il Consiglio Direttivo del SI.DI.PE. e la Presidenza, è stata trasmessa il 19 novembre scorso al Sig. Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e, per conoscenza, ai Sigg. Presidenti delle Camere. Senza contratto da 5 anni, senza alcuna forma di regola statuita dall'apposito DPR, così come prevedono la Legge 154/2005 (c.d.: MEDURI) ed il D.lgs. n. 63/2006, i direttori degli istituti penitenziari per adulti, quelli in servizio presso il Dipartimento della Giustizia Minorile, quelli che dirigono gli uffici dell'esecuzione penale esterna, quelli che operano nelle scuole di formazione, presso i provveditorati regionali e negli uffici centrali del Dipartimento dell'amm.ne penitenziaria, sono pronti a protestare duramente con tutti i mezzi consentiti, al fine di far ascoltare la propria voce e conseguire i propri diritti. Esortando il Presidente della Repubblica affinchè il Governo rispetti i patti, ove tanto non accadesse, saranno purtroppo costretti a manifestare la propria indignazione con azioni le cui conseguenze aggraveranno il clima già pesantissimo che si percepisce nelle carceri. Proprio per evitare tutto ciò, si sono rivolti, quale extrema ratio, al Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO, auspicando che prenda a cuore la sorte di questi servitori dello Stato, costretti a protestare per difendere la propria dignità professionale, di lavoratori . Seppure è sotto gli occhi di tutti quanto sia difficile la funzione istituzionale dei direttori penitenziari, essa rimane indispensabile in uno Stato di diritto, ove per davvero si voglia che la giustizia pronunciata nelle aule giudiziarie si traduca in quanto la Costituzione Italiana prevede: i direttori vedono mortificati i loro diritti e con essi quelli degli altri operatori penitenziari e la dignità di un sistema penitenziario che la Costituzione vorrebbe molto diverso da quello che è diventato. Non c'è altra categoria di dirigenti dello Stato che abbia dovuto sopportare uguale ingiusto trattamento. Non soltanto i dirigenti penitenziari sono, oramai, abbandonati da 5 anni nelle carceri, senza che vi sia stato uno straccio di concorso per nuove assunzioni che coprano i vistosi vuoti d'organico, ma vengono lasciati soli, senza uomini e mezzi, ad affrontare l’Emergenza oltre che privati del giusto trattamento giuridico-economico previsto dalla legge di riforma del 2005 !!! Sembra impossibile, in tutto il mondo civile l'attenzione dedicata ai direttori delle carceri è proporzionale alla delicatezza ed all’importanza della loro funzione a garanzia della sicurezza dei cittadini e del recupero dei detenuti: solo in Italia, con un "Il governo che si dichiara "del fare" ma che si sta rivelando più "degli spot ", accade ciò a cui si sta assistendo. Se non perverranno risposte entro l'anno, il prossimo sarà inevitabilmente segnato da un conflitto senza precedenti, e non per colpa dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico, che rischierà di aggravare lo stato già penoso delle carceri. Forte è il dubbio che si tenti di zittire e di mortificare una professione che è anche testimonianza di una aspirazione alla Legalità, che tutela i Diritti Umani e che crede nella persona, ma forse queste cose non sono nella legenda di quanti preferiscano difendere i propri privilegi piuttosto che tutelare i diritti costituzionali altrui.
la Segreteria Nazionale, Il Consiglio Direttivo, la Presidenza

 

 

 

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